La potente casta dei medici neurologi molto raramente mette in discussione i propri dogmi, quali ad esempio il concetto “autoimmune” della sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani, su cui si basano gran parte degli studi in corso e le costosissime terapie farmacologiche che purtroppo si sono dimostrate di efficacia limitata, a cominciare dal famoso interferone beta, e con importanti effetti collaterali che spesso hanno peggiorato la qualità di vita dei malati.
Durante il convegno organizzato dalla Fider tenutosi a Rimini l’8 giugno scorso il neurologo bolognese Fabrizio Salvi dell’Ospedale Bellaria di Bologna ha parlato molto apertamente dei suoi dubbi in questo suo intervento: http://youtu.be/K2xtrApwRhg
In merito apprendiamo del parere espresso sull’argomento (http://www.sclerosi.org/forum/viewtopic.php?t=33607 ) dal neurologo Domenico De Grandis, che nonostante sia da sempre molto scettico verso gli studi sulla CCSVI scoperta da Salvi e Zamboni, scrive in merito “L’amico Salvi giustamente sostiene che non ci sono prove certe sulla natura autoimmune della malattia. Questo corrisponde al vero, dal momento che i criteri classici per definire la SM una malattia autoimmune non sono stati dimostrati: un autoanticorpo non è stato trovato etc etc…. Qualche progresso in tal senso è stato fatto per la neuromielite ottica, forma un pò imparentata con la SM.”
La domanda che ogni malato di SM forse dovrebbe porre al proprio neurologo è:
“Dottore, la sclerosi multipla è veramente una malattia autoimmune? Se sì, ciò è stato dimostrato?”