E' stato pubblicato sulla rivista medica Prescrire International un articolo intitolato " Natalizumab (TYSABRI) and multiple sclerosis. With longer follow-up: even more toxic than suspected " (Natalizumab (Tysabri) e sclerosi multipla. Con un follow-up più lungo: ancora più tossico di quanto sospettato).
Secondo gli autori, il trattamento che modifica il decorso della malattia per i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente è l'iniezione di interferone beta, in mancanza di un'alternativa migliore. Nel 2007, il Natalizumab ha avuto un bilancio danni/benefici sfavorevole nei pazienti con sclerosi multipla grave nei quali l'interferone beta era inefficace, a causa dell'insufficienza di prove di efficacia e di un rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva potenzialmente mortale. Nel 2014, gli autori non hanno trovato alcun nuovo studio comparativo incentrato sull'efficacia della monoterapia con il Natalizumab nelle sue indicazioni autorizzate nell'UE. I dati post-marketing confermano gli effetti negativi individuati negli studi clinici, tra cui infezioni opportunistiche gravi e potenzialmente mortali, in particolare la leucoencefalopatia multifocale progressiva in circa il due per mille dei pazienti trattati (con un'incidenza due volte superiore rispetto alle previsioni iniziali), e reazioni di ipersensibilità potenzialmente gravi. Non può essere escluso un aumento del rischio di cancro a lungo termine. I dati post-marketing mostrano anche che il Natalizumab può causare gravi danni al fegato. Inoltre, la sospensione dal Natalizumab a causa della leucoencefalopatia multifocale progressiva innesca quasi sempre una sindrome infiammatoria da immunoricostituzione che può portare a complicazioni neurologiche o addirittura alla morte. In pratica secondo gli autori, indipendentemente dalla gravità della sclerosi multipla, non sembra ragionevole esporre i pazienti ai tanti effetti collaterali del Natalizumab per questo incerto beneficio.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25897454