Tanto per mettere subito le cose in chiaro, non è mia intenzione spezzare una lancia a favore della carne.
Ho voluto parlare di un caso di guarigione davvero eclatante da una malattia, la sclerosi multipla, non solo perchè ritenuta dalla medicina ufficiale incurabile, ma soprattutto perchè avvenuta in circostanze che persino la schiacciante maggioranza dei cultori di terapie alternative, e diete in particolare, considererebbe inspiegabili, assurde, o quantomeno improbabili, considerata la reputazione di cui gode la carne, attualmente ai minimi storici, e la sempre maggiore diffusione della convinzione che una dieta vegetale e integrale sia sinonimo di panacea (Colin Campbell docet) .
Il caso di cui parlo riguarda un medico donna, la d.ssa Terry Wahls, autrice di un libro in cui racconta la sua storia dopo essere guarita appunto dalla suddetta malattia autoimmune per merito della famosa paleo-dieta, che contempla infatti, fra l' altro, una consistente quota di cibo animale. Questo mi dà così l' occasione di chiarire alcuni aspetti poco compresi in fatto di nutrizione, nella piena conferma che il cibo influenza la nostra salute in modo ben più complesso di quanto comunemente si immagini. Il che lascia intendere che in questo campo non c'è spazio per regole ben definite ed assolute.
Ma prima di parlare di questo è opportuno esporre molto succintamente la storia di cui è stata protagonista la suddetta dottoressa (fra l' altro docente di medicina interna all' Università dello Iowa), premettendo che la sclerosi multipla è una malattia degenerativa autoimmune che colpisce le guaine mieliniche delle fibre nervose, ostacolandone la trasmissione dell' impulso, condizione che è all' origine di alterazioni sensitive e motorie destinate nel tempo ad evolvere facilmente in disabilità fisica e cognitiva.
Dopo aver scoperto di esserne affetta e aver constatato che i potenti (e costosissimi) farmaci a lei prescritti non facevano che peggiorare la sua condizione, grazie alla sua incessante ricerca di approcci alternativi scoprì la paleo dieta che volle subito provare, nonostante fosse vegetariana da più di vent'anni, convinta dalle argomentazioni del suo maggior fautore, il Prof. dr. Loren Cordain, un' autorità nel campo della ricerca antropologica e paleontologica . E in effetti la nuova dieta le portò risultati decisamente incoraggianti: la malattia aveva smesso di progredire. Ma poi la condizione sembrava stabilizzata e anche provando a integrare con supplementi nutrizionali aveva riscontrato sì qualche ulteriore, fugace beneficio, ma niente di più.
Il passo decisivo avvenne quando, sulla base di conoscenze acquisite nel campo della nutraceutica grazie a un corso all' Istituto di Medicina Funzionale, pensò che se certe sostanze ritenute cruciali in patologie simili alla sua potevano essere efficaci sotto forma di integratori, lo sarebbero state a maggior ragione se assunte sotto forma di alimenti in cui sono naturalmente presenti (e questo particolare fa capire che la nostra protagonista doveva possedere una forma mentis olistica). Mise così a frutto tutta la sua esperienza medica per elaborare una paleo-dieta studiata su misura per le sue specifiche esigenze e finalmente raggiunse quello che era per tutti un risultato insperabile: la completa guarigione.
Dopo tanti anni passati su una sedia a rotelle potè così tornare ad andare in bicicletta, fare jogging e tutto quello che aveva sempre fatto (per maggiori particolari sulla storia di Terry Wahls e sul suo libro, non ancora disponibile in italiano, leggere qui).
Ma come si può interpretare un così incredibile risultato?
Bisogna innanzitutto chiarire in che consiste la paleo-dieta che, come il nome suggerisce, sarebbe secondo i suoi ideatori la dieta dei nostri lontanissimi antenati ai tempi del Paleolitico, prima della grande rivoluzione sociale rappresentata dall' agricoltura e dall' allevamento, e proposta come modello ideale ad assicurare salute, benessere ed efficienza.
E' una dieta che però molti esperti non approvano perchè simile ad altre diete iperproteiche e a basso contenuto di carboidrati, ma a differenza delle più strampalate che si sentono in giro (la famigerata Dukan in testa) presenta precise differenze e spunti interessanti di sicuro fondamento:
- Tutti i cibi sono di coltivazione biologica, preferibilmente selvatici, compreso il cibo animale che dovrebbe provenire da animali allevati al pascolo e nutriti ad erba (la composizione chimica delle loro carni è infatti significativamente diversa da quella che si ottiene con l' allevamento industriale: oltre a non contenere residui tossici da farmaci e inquinamento, la carne degli animali selvatici ha un profilo nutrizionale più sano ed equilibrato, con meno grassi saturi e meno grassi complessivi, più omega 3, più vitamine e minerali);
- Esclude latte e derivati (e questo è abbastanza ovvio, dato che nella preistoria, cioè prima dell' avvento della pastorizia, sarebbe stato alquanto problematico approvvigionarsi di questo tipo di alimenti);
- Contempla un maggior consumo di verdure e frutta (specie le varietà con meno carboidrati), perciò, nonostante l' esclusione di cereali e legumi, l' apporto di carboidrati (praticamente tutti di tipo non amidaceo) non è così basso come in altre diete;
- Contiene meno grassi, essendo consigliati cibi animali magri e quelli più ricchi di grassi insaturi;
- Esclude il sale e tutto il cibo-spazzatura della moderna industria.
- Infine non dà importamza al conteggio delle calorie.
Paleo-dieta
Non è certamente il caso di mettermi a commentare una teoria che già di primo acchito suscita più di una perplessità perchè non è questo il tema centrale del presente post (del resto già eccezionalmente lungo per dare spazio ad un argomento così complesso). Magari riprenderò il discorso un' altra volta.Adesso mi preme invece fare qualche riflessione sulla guarigione in questione, che a mio modesto parere nessuna delle comuni cognizioni nutrizionistiche può spiegare adeguatamente. Guarire completamente dalla sclerosi multipla ad uno stadio così avanzato come quello della d.ssa Wahls ha infatti del miracoloso e cercare di affrontare alla radice un problema così serio concentrando l' attenzione solo su supercibi, antiossidanti, enzimi, vitamine e oligoelementi, per quanto importanti siano questi fattori, senza considerare l' aspetto energetico e l' equilibrio generale del soggetto è riduttivo e non garantisce il risultato voluto.
Dal mio punto di vista il fattore determinante nel caso in parola è stato verosimilmente il cambiamento di polarità avvenuto col passaggio dalla dieta vegetale seguita per tanti anni dalla sig.ra Wahls (con ogni probabilità troppo yin, espansiva) ad una comprendente cibo animale (yang, contrattiva).
Ci sono interessanti particolari poco noti che supportano tale tesi:
Innanzitutto la sclerosi multipla presenta caratteristiche di "freddezza", di rigidità, perciò non è azzardato riconoscere una sua sensibilità a fattori energeticamente simili con cui stabilire una correlazione; inoltre, come tutte le malattie autoimmuni, è di recente acquisizione, avendo conosciuto una progressiva diffusione parallelamente ai cambiamenti nell' alimentazione e negli stili di vita moderni.
Ci sono tuttavia alcuni Paesi, accomunati per latitudine e abitudini alimentari, che presentano una particolare incidenza di questa patologia (che diminuisce man mano che si considerano zone più vicine all' equatore). Si tratta dei Paesi del nord Europa, del nord America, del sud dell' Australia e della Nuova Zelanda, dove si riscontra il maggior consumo di zucchero e latte (con tutti i loro derivati industriali onnipresenti). Inoltre si è visto che individui che emigrano in Paesi ad alto rischio finiscono col manifestare lo stesso tasso di incidenza locale della malattia.
Zucchero e latte sono alimenti innaturali che presentano caratteristiche energetiche eccessivamente disperdenti e raffredanti (yin) che in un clima freddo come quello delle zone geografiche suddette sono ancora meno tollerate. Del resto è noto il danno potenziale di questi alimenti nei confronti dell' integrità della mucosa intestinale (l'iperpermeabilità intestinale è alla base di quasi tutti i problemi immunitari) e del sistema linfatico e immunitario.
Inutile far notare che la medicina ufficiale col suo approccio riduzionistico, non comprendendo il legame esistente fra tutti questi particolari, non è in grado di giungere ad alcuna conclusione circa le cause. Questi invece diventano intellegibili allorchè li si osserva attraverso la lente magica di yin e yang.
Perciò valutare e scegliere i cibi in base ai loro nutrienti va benissimo, ma queste considerazioni dovrebbero essere integrate in una visione più ampia e sintetica, che è quella che dà coerenza al tutto. Ecco perchè gli approcci che si basano esclusivamente sui criteri riduttivi della scienza nutrizionale tradizionale non sempre funzionano.
Un famoso esempio ci viene dal compianto Robin Gibb, vegano di vecchia data morto di cancro: A quanto mi risulta, anche dopo aver scoperto di essere malato ha continuato a seguire una dieta "verde" a base di succhi di frutta e verdure (decisamente troppo yin) sperando di potersi guarire in quel modo, ma il risultato, come sappiamo, non è stato quello desiderato.
A questo punto devo precisare (con grande sollievo degli amanti del "verde") che per "yanghizzare" una dieta non è precisamente necessario includervi la carne, anche se questo può essere il modo più semplice e diretto, a patto però di conoscere l' arte dell' equilibrio yin/yang. Cioè nè più, nè meno di quello che si insegna nei corsi di teoria e cucina macrobiotica.
Michele Nardella