
Nessuno che si occupi di letteratura può ignorare la scomparsa, avvenuta ieri, dell' ottantasettenne premio nobel Gabriel Garcia Marquez, trai i più grandi scrittori del XX secolo. "Cent'anni di solitudine", certo, ma anche "L'amore ai tempi del colera" e "Storia delle mie puttane tristi" sono tra i suoi capolavori. Hanno un nocciolo impalpabile, invisibile. Possiamo classificarle nel "realismo magico". Poco importano le catalogazioni. La scomparsa di Marquez ci priva di una mente geniale, che già da qualche tempo era entrata nell'oblio. Una mente unica, capace come pochi di fondere parole perfette con trame uniche e irripetibili, che da ora saranno dei monumenti in sua memoria, a nostra disposizione. Per sempre.




