"Che vigesse una legge del taglione che prescriveva dieci morti italiani per ogni tedesco ucciso - afferma Baudo - purtroppo lo si sapeva già. Dopo l'attentato di via Rasella in cui morirono 33 soldati tedeschi, le truppe occupanti, che erano cruente e non facevano sconti, hanno moltiplicato per dieci, mettendone addirittura cinque in più e hanno ucciso 335 persone che non c'entravano niente. E solo per questi cinque in più Eric Priebke è stato condannato da un tribunale italiano, che ha riconosciuto le ragioni militari della rappresaglia. Io paragono tutto all'atto di Salvo D'Acquisto, che si è immolato per salvare innocenti. Qui nessuno è venuto fuori a dire 'siamo stati noi', e purtroppo i tedeschi hanno applicato la rappresaglia in maniera cruenta".
L'Anpi aveva contestato Baudo e il suo ospite in trasmissione, il maggiore dell'Esercito Italiano, Francesco Sardone, direttore del mausoleo delle Fosse Ardeatine: "Purtroppo ancora una volta, parlando di via Rasella, si sono rappresentati i fatti come se si fosse trattato di un attentato terroristico, e non di una 'legittima azione di guerra partigiana' - scrive l'Anpi in una nota - come è stato riconosciuto più volte dalla Corte di Cassazione italiana e da numerosi tribunali. Dispiace che uno dei più noti volti della tv italiana abbia scelto, ponendo le domande, di porre l'accento su presunti fatti poco chiari ancora oggi, quando la verità storica dovrebbe essere oramai riconosciuta e sedimentata".
"Parlando della rappresaglia - afferma l'Associazione dei partigiani - le domande di Baudo sembrano legittimare le presunte leggi di guerra, solo in parte spiegate dal maggiore dell'Esercito, continuando a diffondere l'idea sbagliata che si potessero uccidere 10 persone per ogni militare morto. Baudo afferma: 'Dobbiamo dire la verità, sui fatti ancora si discute…gli autori non si sono mai presentati, anzi, sono stati insigniti di medaglia d'oro ed alcuni hanno fatto i deputati'".
"In realtà - prosegue l'Anpi - l'eccidio fu compiuto dai tedeschi in gran segreto e in tempi rapidissimi (21 ore dopo l'azione), in combutta con la polizia fascista, che consegnò alle SS di Kappler una parte delle vittime. Non fu rivolto alcun appello a consegnarsi agli autori dell'azione di via Rasella né vi fu alcun preavviso della rappresaglia. Proprio per celare il posto dell'eccidio, i tedeschi fecero esplodere delle bombe all'ingresso delle cave Ardeatine. Ricordiamo quindi a Baudo, nel 70° anniversario della Resistenza, e a tutti i cittadini italiani che lo hanno ascoltato - concludono i partigiani - che la verità è un'altra ed è stata definitivamente stabilita dai tribunali".
Ma Baudo replica: "Priebke è stato condannato non per l'eccidio di 330 persone, ma per averne uccisi 5 in più. Ed è stato condannato da un tribunale italiano che ha riconosciuto così che quella rappresaglia aveva, purtroppo, una sua 'ragione' militare. Priebke sta scontando la sua pena per avere ucciso cinque persone in più. Capisco che questi sono argomenti tabù - conclude Baudo - ma bisogna parlarne per capire e far capire, soprattutto ai giovani, le atrocità della guerra".