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“Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” – Amara Lakhous

Creato il 20 giugno 2013 da Temperamente

“Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” – Amara Lakhous

All’interno dell’ascensore di un palazzo di Roma viene rinvenuto il corpo senza vita di Lorenzo Manfredini, detto “il Gladiatore”, giovane ambiguo e sgradevole di cui molti, in primo luogo i coinquilini dello stabile di piazza Vittorio, sembravano desiderare la fine. I sospetti ricadono subito su Amedeo, affabile vicino di casa della vittima, di cui si sono perse le tracce proprio in concomitanza con l’omicidio. Tutti sono d’accordo nel negare che Amedeo possa essere colpevole: ma, mentre l’ombra di un passato poco chiaro avvolge il presunto assassino, mettendo in discussione la sua stessa identità, la sua improvvisa scomparsa appare come un’inspiegabile ammissione di colpa.
Il testo si dipana lungo undici capitoli, ognuno dei quali vede parlare in prima persona uno dei personaggi di contorno alla vicenda; sono proprio le voci di vicini di casa e negozianti del rione a raccontare ai lettori l’accaduto. I capitoli sono intervallati da altrettanti “ululati” (non è chiaro il motivo dell’appellativo), sorte di flussi di coscienza di uno dei protagonisti, utili a chiarire parte delle vicissitudini narrate dagli altri personaggi.
Il romanzo è breve e vivace, ma la trama gialla è piuttosto debole; del giallo, anzi, sembra ci sia solo la morte violenta di un uomo: per il resto, è assolutamente impossibile, per il lettore, ipotizzare un colpevole, dato che non vengono forniti dati di alcun tipo, indizi o altro. I diversi personaggi, peraltro piuttosto stereotipici – extracomunitari tendenzialmente “buoni” anche se spesso ingenui o resi tali dai problemi di comprensione della lingua, autoctoni “cattivi” da manuale, tutti xenofobi e razzisti tranne Amedeo, descritto come una sorta di illuminato, di squisita cordialità, prodigo di consigli e rapido nel farsi in quattro per gli altri – non fanno altro che esibirsi in una specie di monologo in cui si lamentano, a turno, di uno dei vicini di casa. Il detective, che, parlando per ultimo, svela le due soluzioni possibili alla vicenda, mostrando poi che solo una corrisponde, nei fatti, a verità, è un deus ex machina che spiega e dimostra, basandosi su elementi che, fino all’ultima pagina del romanzo, erano noti solo a lui. Il testo, che avrebbe potuto essere gradevole se presentato solo come un pittoresco spaccato di costume, si dimostra un giallo purtroppo deludente.

Maria Di Piazza

Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, Edizio e/o, 2011, pp. 144, euro 9,50.


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