Tale padre, tale figlia. O forse no.
E’ di questi giorni infatti la notizia di un dissenso interno al Front National, partito che alle scorse elezioni europee di è attestato come prima forza dello scacchiere politico francese. L’episodio ha creato scalpore a livello mediatico per i soggetti coinvolti: da una parte infatti il capo indiscusso del movimento, Marine Le Pen, e dall’altra il padre, Jean-Marie Le Pen, fondatore e presidente onorario.
L’oggetto della contesa è un video apparso sulla rete in cui Le Pen senior se l’era presa con il cantautore ebreo Patrick Bruel dicendo: “Critica il Fronte? La prossima volta ne faremo un’infornata.”; ma non finisce qui: l’ottantacinquenne politico attaccava numerosi artisti che hanno preso posizione contro il suo partito: tra loro la cantante Madonna, l’umorista Guy Bedos e il campione di tennis Yannick Noah.
La risposta di Le Pen junior non si è fatta attendere di certo. “Ha fatto un errore politico”, è stato il commento rilasciato da quest’ultima a Le Figaro, prendendo dunque una dura posizione in merito alla questione. Questo commento rientra all’interno di una più ampia politica messa in atto dalla Le Pen nell’ultimo anno; quella cioè della dédiabolisation, come viene chiamata oltr’Alpe, cioè dello sdoganamento di FN dall’idea dell’estrema destra, azione necessaria per attingere ad un più ampio bacino elettorale, e che alle europee ha sicuramente dato i suoi frutti.
Ma al signor Le Pen non va probabilmente giù questa nuova piega presa dalla figlia, che ha deciso di eliminare il video della discordia aggiungendo: “Sono convinta che il senso dato alle sue dichiarazioni sia frutto di un’interpretazione malevola”. La polemica tra padre è figlia è esplosa. E forse è solo all’inizio. C’è da dire, tuttavia, che Jean-Marie non è proprio nuovo a queste “uscite” mediatiche a dir poco scomode per il FN; poco prima della tornata elettorale europea, infatti, aveva affermato durante un comizio che “Monsignor Ebola (il virus che causa una letale febbre emorragica, ndr) può risolvere il problema dell’immigrazione in Francia in tre mesi”.
Tanti grattacapi dunque per la signora Le Pen che sta cercando con tutte le sue forze di dare un’impronta nuova al suo partito e che vuole evitare l’etichettatura che associa il FN ad Alba Dorata, partito di ispirazione neonazista greco.
Dal canto suo, Marine, ha annunciato pubblicamente che porterà in tribunale tutti coloro (media compresi) che osino appiccicarle l’etichetta di estrema destra. Una battaglia a suon di querele dunque, per dimostrare quello che, a sua detta, è l’elemento peculiare del suo partito: “Il FN non è di estrema destra. Non è né di destra né di sinistra”.
La battaglia si presenta alquanto ostica, soprattutto dopo la denuncia di un ex militante del Front National, Claude Clerè, agricoltore di 34 anni di un piccolo villaggio del Nord della Francia, che ha dichiarato che “lo sdoganamento di un gruppo politico estremista, è solo di facciata. In realtà la base del partito resta quella di sempre, irrimediabilmente razzista e non rispettosa delle regole democratiche” e che “Le idee xenofobe e omofobe fanno parte delle riunioni del partito, sono lì, senza dubbio. Vengono fuori anche durante le discussioni più banali”. Un altro problema, dunque, per la signora Le Pen che si aggiunge a quello intestino con il padre e che rischia di mettere a repentaglio tutta la strategia politica messa a punto fino ad oggi e che, bisogna dirlo, ha dato i suoi frutti a livello di consensi.
Una cosa è certa: il Front National è un protagonista di peso ormai della politica francese ed europea e dunque è importante conoscerlo bene così che ognuno possa poi fare le proprie valutazioni.
La domanda, tuttavia, rimane legittima: qual è la vera anima del Front National?