Ebbene, durante i lavori per la restaurazione della Domus Armaturarum a Pompei è stata ritrovata una pergamena perfettamente conservata che fa piena luce sui tre misteriosi personaggi, rivelandocene particolari nuovi e per molti versi sconcertanti.
La pergamena comincia con dirci che erano sì dei Magòima non si chiamavano Melchiorre, Baldassarree Gàspare, bensì Berchiorre, Padansarre e Trèmare.
Berchiorre era il più anziano e il suo nome deriverebbe da Belech, che significherebbe ‘vecchio re rattuso’.
Padansarre era diversamente magoi a causa di una strana pratica magica, il celodurismo, che gli aveva irrigidito metà membra (lui avrebbe preferito l’irrigidimento delle membra al maschile singolare, ma non tutti i magòi riescono
Infine abbiamo Trèmare, che in origine pare si chiamasse Tremonti ma poi, avendo messo tutti a battere i denti col culo nell’acqua, cambiò il nome come detto.
Storicamente sacerdoti del culto al dio Ahura Mazda* presto soppiantarono il vecchio credo col
Studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Fihat Marchionn il salvatore universale, diventando così loro stessi l'anello di congiunzione tra i culti misterici dell’ assistenzialismo e del oberoaffogarismo.
La pergamena conferma che essi viaggiarono seguendo una Stella della costellazione Gelmini portando doni al salvatore, ma con una variante: essi portarono solo licenziamento e mirra (unguento per la conservazione dei cadaveri), mentre l’oro se lo tenne Trèmare, per non essere costretto a cambiare
Durante la via del ritorno, i tre a un certo punto si trovarono a corto di rifornimenti, e stavano per perdere la fiducia, soprattutto a causa di un tal Finalalàh, che voleva toglier loro FINanco i cammelli. Fortuna volle che si trovassero nei pressi della panetteria dei Due Forni, diretta da tal Cahsini, il quale decise che per quella volta avrebbe infornato per loro.
La storia vecchia ci aveva raccontato finora che i tre, nel tornare, non andarono da Erode perché lo consideravano pericoloso.
La pergamena invece dice che il pericolo per i tre re non era Erode, bensì un altro gruppo di Magòi, di cui facevano parte una sorella e due fratelli.
La sorella era la famosa Rosy Magoi, che a dire il vero era tenuta poco da conto in quanto più bella
‘Non sono una Magoi a vostra disposizione!’ ripeteva di continuo.
Anche lei avrebbe voluto arrivare all’oro, einsieme al suo segretario Mosòccmel cercava di farsi ridare da Cahsini almeno parte del prezioso materiale.
Il primo fratello di Rosy Magoi era il famosissimo Dalailema:
Il secondo fratello di Maga Magoi si chiamava N’Chlaus, ma lo chiamavano Mago Magay in virtù di una sua certa raffinatezza di linguaggio e di costumi. La pergamena lo descrive idoneo al ruolo di gran Ciambellano, in quanto particolarmente bravo nella loquela e capace di farsi seguire dalle genti, il che lo rendeva inviso agli altri, soprattutto a Rosy e al segretario Mosòccmel, quest’ultimo istigato dal Dalailema che voleva
Il povero N’Chlaus cercava in tutti i modi di farsi apprezzare, ma niente, i fratelli lo isolavano sempre, non lo facevano mai partecipare ai giochi di alleanza e, se per caso le regole gli davano la possibilità di giocare, zac, ecco che repentinamente i suoi le cambiavano pur di tenerlo fuori al freddo e al gelo.
C’è chi testimonia di avergli sentito dire sconsolatamente queste parole: ’Eh che
Dicevamo che Rosy Magoy, Dalailema e N’Chlaus erano i tre nemici di Berchiorre, Padansarre e Trèmare.
In teoria era così.
In pratica invece Rosy Magoy, Dalailema e N’Chlaus, a furia di fare regole per danneggiarsi l’un l’altro, avevano finito per essere innocui.
La storia per Berchiorre, Padansarre e Trèmare si prospettava dunque a lieto fine, quando accadde l’imprevisto: Pandassarre, in un momento in cui la
Fu così che l’idillio Fini, anzi finì, intristendo i nostri eroi che passarono alla storia come i tre re Mogi.
*ndr. in tutto questo delirio, il riferimento al dio Ahura Mazda è assolutamente storico.