Altra scoperta scientifica “made in Calabria” in campo naturalistico: la Rosalia Alpina. Si tratta di una delle specie d’insetto più rare d’Europa, individuata nella “Foresta Eterna”, un bosco secolare situato in località Caritello – Viperaro, nel Comune di Magisano, in Provincia di Catanzaro.
Ad effettuare questa importante scoperta è stato l’entomologo Antonio Mazzei, ricercatore dell’Università della Calabria che, sotto la coordinazione del Prof. Pietro Brandmay, insieme alle colleghe Teresa Bonacci e Carmen Gangale conduce da diversi anni indagini entomologiche su diverse specie di insetti che vivono sui monti della Sila.
Gli studiosi dell’Università della Calabria hanno concentrato la loro ricerca nell’ambito del progetto “Individuazione, caratterizzazione e stesura delle linee gestionali dei boschi vetusti all’interno del Parco nazionale della Sila”, svolgendo la loro attività nell’area della Sila Piccola, il versante catanzarese della catena montuosa ed, in particolare, nella suggestiva Foresta Eterna del Comune di Magisano, caratteristico bosco con alberi secolari di acero e rovere dotato di una ricca biodiversità di alto valore naturalistico. Proprio il questo bosco – dal nome tanto evocativo – è stata scoperta dai ricercatori dell’Università della Calabria la Rosalia Alpina, coleottero della famiglia Cerambycidae, protetto come specie prioritaria dall’Unione Europea. Il corpo e le elitre della Rosalia Alpina hanno una colorazione azzurra con macchie nere, è dotato di antenne lunghe, azzurre con ciuffi di peli neri, e le sue dimensioni variano dai 15 mm ai 38 mm di lunghezza.
La Rosalia Alpina vive esclusivamente in presenza di piante morte, parti morte di piante sane e ceppi e tale insetto è un ottimo indicatore biologico di boschi vetusti di latifoglie in buono stato di conservazione. Purtroppo, a causa della continua distruzione degli habitat in cui vive, la Rosalia Alpina è diventata una specie rara e da proteggere: proprio per questo motivo, la sua scoperta tra i monti della Sila rappresenta un importante risultato scientifico.
Inoltre, tale scoperta naturalistica conferma che la Sila mantiene integre le proprie caratteristiche naturali e di biodiversità che, attraverso un recupero del manto forestale, appaiono migliorate nel corso del tempo, creando “equilibri ecologici” nel bosco. “Di questa ripresa – si legge nella ricerca – ne è testimone la presenza di una serie di specie bioindicatrici di boschi vetusti, che nei primi del ‘900 erano ampiamente segnalate nel territorio silano, divenute rare nel corso degli anni 1930 – 2000. Il recente ritrovamento di insetti bioindicatori di boschi vetusti e di interesse comunitario rende il territorio del Parco nazionale della Sila un’area “hot spot” di diversità genetica tra le più importanti della penisola italiana, soprattutto per quanto riguarda numerose specie di invertebrati, meritevole di salvaguardia e azioni di conservazione”.
La scoperta della Rosalia Alpina, dunque, è un’importante conferma della ricca biodiversità dei boschi calabresi e, in particolar modo della Sila, il più esteso altopiano d’Europa con i suoi 150 mila ettari, caratterizzato da un clima “alpino” con abbondanti nevicati invernali. Inoltre, secondo un recente studio compiuto da due scienziati italiani attraverso l’utilizzo del microscopio Feg-esemquanta250, la Sila può vantare “l’aria più pura d’Europa”, ancor più salubre di quella del Polo Nord, con un livello d’inquinamento pari a zero. Parafrasando il celebre cantastorie calabrese Otello Profazio: “qui si potrebbe campare d’aria”, se solo tante e tali ricchezze naturali fossero valorizzate opportunamente.