Precipita da 12 metri e cade su un fiume sconosciuto in una delle zone più remote del mondo. La storia del canoista-esploratore.
Adam Shoalts di fronte alle cascate inesplorate
In un’epoca in cui gli esploratori sono a corto di deserti da scoprire e dove le risorse topografiche hanno esaurito e corredato ogni sorta di mappa, accade un episodio inaspettato e decisamente fuori tempo: la scoperta di alcune cascate ancora inesplorate su un fiume che attraversa il territorio del Canada.
Nel 2011, Adam Shoalts stava percorrendo un lungo tratto del fiume Harricana in canoa, quando si è ritrovato all’improvviso a fare un salto di dodici metri, precipitando in vorticose acque bianche. La caduta ha praticamente distrutto il suo kayak, ma ha suscitato la sua curiosità. La cascata potrebbe essere la più grande scoperta in Canada degli ultimi cento anni. In seguito, Shoalts ha individuato la presenza di altre sei rapide sul corso del fiume.
“Il fatto che esistano territori ancora inesplorati in questa epoca è abbastanza notevole“ ha dichiarato Shoalts, che ora sta pensando di ripetere i percorsi della sua scoperta accidentale per tracciare e misurare le cascate. Con il sostegno finanziario della Royal Canadian Geographical Society (RCGS), il suo lavoro sarà utilizzato per aggiornare le mappe in una delle zone meno esplorate e più remote del mondo.
Ma per l’esploratore canadese non si tratta dell’unica escursione avventurosa. Dalla sua prima spedizione in canoa, nel 2004, si è imbattuto in alcune incisioni rupestri nella Columbia britannica, ha trascorso quaranta giorni in Amazzonia per individuare e catalogare alcune specie di anfibi e ha schivato degli orsi polari su un affluente sconosciuto che spera di poter presto battezzare.
“Data la documentazione di queste cascate, ci sono ancora parecchi particolari da portare alla luce” ha detto Michael Schmidt, il vice-presidente della commissione spedizione RCGS.
Dunque per Shoalts si prospetta un nuovo e faticoso viaggio di avanscoperta in canoa tra le aree che vanno dall’Ontario al Québec, in cui dovrà attraversare le insidiosi lande affrontate dai primi esploratori. Le Bay pianure Hudson hanno più o meno le stesse dimensioni della Gran Bretagna, ma con una densità abitativa che conta meno meno di una persona per ogni 50 kmq quadrati.
Senza delle adeguate piattaforme di atterraggio per idrovolanti, raggiungere di nuovo le sorgenti di Again significa che a Shoalts occorrerà necessariamente costeggiare il pericolosissimo fiume Kattawagami, dove un canoista perse la vita nel 2006, remando controcorrente attraverso un affluente senza nome. A ciò si aggiunge il fatto che viaggiare a bordo di un kayak nella terza zona umida più grande al mondo non è il massimo dei comfort.
“Dico sempre che viaggiare per il fiume in canoa è la parte più facile, perchè per raggiungere l’area occorrerà passare attraverso un incubo di proporzioni inimmaginabili ” ha detto. “Direi che è la ragione per cui queste zone non sono ancora state scoperte sta nel fatto che sono state precedentemente evitate.”
Ma le vecchie tecniche di mappatura hanno una buona dose di responsabilità, ha spiegato Schmidt. La conoscenza topografica di Again, come quella di gran parte del Canada, si basa su fotografie aeree che risalgono al 1960. Il Geological Survey of Canada, responsabile per gli aggiornamenti topografici, aggiungerà opportunatamente le cascate tracciate da Shoalts in attesa della verifica delle immagini satellitari.
“Resta ancora molto lavoro da fare. Questa è la realtà“, ha detto Shoalts. “Il Canada è talmente vasto che se anche facessi questo per il resto della mia vita, tutto il lavoro risulterebbe soltanto una goccia nel mare. In realtà, non conosciamo troppo bene il mondo come pensiamo”.
Parola di Adam Shoalts, che nel 2006 ha pubblicato il libro “Senso di avventura – un racconto nel deserto del Canada (Sense of Adventure – a Journey in the Canadian Wilderness), che descrive il resoconto dettagliato di un viaggio sul fiume Otoskwin, un’altra zona dimenticata dalla storia. Una pubblicazione improntata sullo stile di un romanzo d’avventura che si presenta come un resoconto giorno per giorno della prima spedizione importante di Shoalts , intrapresa all’età di 18 anni, quando era ancora fresco di liceo.
Non mancano i peculiari tratti di umorismo, arguzia e auto-disapprovazione che contraddistinguono il viaggio compiuto dall’autore nel cuore del vasto deserto canadese in compagnia del suo migliore amico, Wes Crowe. Un vero e proprio racconto di coming of age, raggiungimento della maggiore età, e di un’avventura che ha rischiato di segnare la fine di Adamo e Wes.
Giovani e relativamente inesperti, con cibo limitato e attrezzature obsolete, provvisti di mappe stampate da internet e privi di GPS, hanno lottato per centinaia di chilometri attraversando la fitta foresta boreale, in canoa e a piedi, nel tentativo di esplorare una delle zone più remote e più belle del globo.
Il libro è una lettura obbligata per tutti gli amanti di canoa, trekking e/o altri appassionati di outdoor.
Giacomo Fidelibus