Magazine Cinema
DI RENAUD FELY
FRANCIA, 2010
Con Laura Smet e Yannick Renier
Genere: dramma sentimentale nemmeno tanto drammatico
Visibile fino al 1 febbraio con sottotitoli in italiano qui. Se ti piace guarda anche: Sotto il sole della Toscana, L’amante inglese
Ieri Laura Smet è stata arresta mentre vagava nuda, sotto l’effetto di stupefacenti e alcool, tra le strade dell’elegante VI° arrondissement di Parigi. L’anno scorso invece è stata ritrovata priva di sensi in una chiesa, a causa di un cocktail di farmaci e alcool e secondo i maligni gossip si trattava di un tentato suicidio. Ma chi è Laura Smet? È una bellissima ragazza di 28 anni ed è figlia della popstar francese Johnny Halliday e dell’attrice Nathalie Baye (Effetto notte, La camera verde). Ed è un’attrice, tra l’altra brava, e guardacaso protagonista di questo Pauline et François che è il suo ultimo film, nonché uno dei lungometraggi che anche voi potete vedere su My French FilmFestival.
TRAMA Pauline (Laura Smet) comincia a lavorare in una piccola filiale bancaria di un minuscolo villaggio e si trasferisce in una grande casa isolata, immersa nella natura. Per fortuna di fronte, in una sorta di dependance, abita François (Yannick Renier), che si è occupato del ristrutturazione della casa e che ancora svolge dei lavoretti per sistemarla. Una sera lui la invita fuori: e cosa fa un ragazzo francese di campagna quando invita una ragazza a uscire con lui? Naturalmente la invita ad addentrarsi nella foresta di notte per sentire i bramiti dei cervi in calore. I due scoprono di avere entrambi un lutto alle spalle, sono soli ed attraenti: come andrà mai a finire questo film?
TRAMA Non succede nulla in questa pellicola, per fortuna breve, a parte uno sciocco colpo di scena finale (ma tranquilli loro comunque si mettono insieme) che comunque nulla aggiunge, se non del minutaggio indispensabile. Tra silenzi e sguardi, paesaggi e buio, il film avanza cullato da una gradevole, quanto semplice e ripetitiva, musica strumentale che accompagna i suoni della natura. E se da un lato la sceneggiatura è troppo debole nell’elaborare una trama, è assai fine nel costruire i personaggi, di cui sappiamo assai poco, ma ciò ci basta per entrare in empatia con loro e per renderli veri e affascinanti. Il discorso vale anche per i personaggi secondari, che sono a dire il vero i più interessanti nella loro ordinaria debolezza, tra gelosie e avidità. Lo spettro della crisi economica è presente anche in questo film, dopo De l'amour et de l'eau fraiche, ma come tutti gli altri temi, è solo accennato. Resta comunque una conferma del talento di Yannick Renier, fratello del ben più noto Jérémie (L'enfant, Il ragazzo con la bicicletta, Potiche) e soprattutto un modo per scoprire la fragile Laura Smet. VOTO: 6
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