Spesso mi sono chiesto se il lavoro che uno svolge rappresenti poi quello che si voleva,che si ricercava.
L’attitudine a qualcosa dovrebbe iniziare alle medie,per poi essere confermata alle superiori e magari toccare l’apice all’universita’.
Poi accade che lavorando in un campo,avverti attitudini verso altro,magari il tuo genio e’ sprecato.
Dipingi bene ma fai l’operaio,suoni magicamente la chitarra ma fai il banconista.
E allora devi convivere con due aspetti della tua vita,la sostanza dello stipendio che ti fa vivacchiare e la lotta quotidiana per quel qualcosa che fai ma non ti piace.
Sei sei fortunato ad avere trovato un bivio con due scelte,il lavoro che hai e l’altra tua dimensione,devi conviverci e dividerle nella tua vita,come fossero due televisioni accese nello stesso momento.
Poi c’e’ gente che e’ fortunata,fa quello che ama e desiderava di fare da quando e’ nato…
L’attitudine a qualcosa che sia pratico o di teorico,mette a dura prova anche la propria personalita’,che deve scegliere con sforzo la via giusta.
E spesso questo ci viene chiesto presto,troppo presto.
Mio esempio:ho preso una patente da operatore radio,senza sapere nulla di morse e radiotecnica.Pura passione ti ti tata ti ti ta……—-
Poi ho scoperto il blog,la passione di scrivere e addio radio e cartoline dal mondo.
Il lavoro che faccio e’ quello per cui non ho studiato ma e’ quello con cui vivo,per fortuna.
Double face della mia vita,aspetto pratico e di amore verso un istinto interno e un dovere che serve.