Scorgo una libreria…ma non era una chiesa, una stazione, un teatro?

Creato il 20 gennaio 2013 da Soniab

Il luogo evoca il pensiewro di uno spazio fisico, le caratteristiche che assume, il carico di simboli e segni ne determinano una moltitudine di significati, fino a determinarne lo spirito, l’atmosfera, l’anima. Questo post dedicato a luoghi speciali, con un’identità sviluppata che va oltre i limiti fisici e si dà come qualcosa di vivo e vissuto, quella di spazio esperenziale prima in un modo oggi in un altro. Sto parlando di librerie sorte in posti in passato investiti di altre funzioni e che ora conservano tratti della loro originaria identità arricchite dal fascino dell’arte e della cultura. Inizierei con la Shakespeare & Co.di Parigi: Scaffali colmi di libri polverosi, ragazzi che leggono attorno ad un tavolo, una macchina da scrivere in una nicchia di legno, l’atmosfera è curiosa e contiene in sé il ricordo di E. Hemingway, J. Joyce ed altri scrittori e artisti della generazione che si incontravano qui, in questa libreria aperta nel ’19 da Sylvia Beach che divenne centro della cultura anglo-americana a Parigi. Dopo la chiusura nel ’41 a causa dell’occupazione nazista, negli anni ’50 fu trasformata in un ostello ed oggi esiste ancora vicino a Place St. Michele: si possono leggere per ore libri, suonare il piano, conversare, riposarsi, senza che nessuno ti dica niente. Oltre oceano c’è The Last Bookstore, a Los Angeles: Alti soffitti e colonne di marmo con i libri che rivestono tutte le pareti, comodi divani in pelle e sculture, libri sparsi creano uno spazio unico per letture e momenti di relax nello spazio bar all’interno dei 10.000 mq della Citizens National Bank. Di solito, se si pensa alla California vengono in mente altri paesaggi ed esperienze ma resta sempre una terra che sorprende e  i più curiosi nei confronti di realtà meno comuni questo angolo di cultura e particolare architettura non si può perdere!

Tornando in Europa, troviamo la Boekhandel Selexyz Dominicanem, a Maastricht: Trasformare i luoghi, dare un nuovo senso nel gioco infinito che gli uomini fanno con la costruzione dei significati è sempre qualcosa di affascinante e produttivo. Ne vengono fuori luoghi nuovi, eppure sempre gli stessi, sulle stessa fondamenta ma aperti ad ulteriori comunicazioni.  Un esempio è una chiesa domenicana, con 800 anni di storia situata a Maastricht che fu convertita prima in un deposito di biciclette e poi in libreria dallo studio di architetti olandesi Merkx e Girod. Hanno conservato il carattere e il fascino del vecchio edificio ma aggiunto elementi moderni per un interior design “monacal-minimalista”. Dev’essere qualcosa di speciale leggere e trovarsi tra tanti libri in un luogo che può generare sensazioni diverse come questo che in tanti chiamano “Negozio di libri Paradiso”. 

Barter Books, nel Regno Unito: Una vecchia stazione ferroviaria in stile vittoriano costituisce lo spazio da cui è stata ricavata una delle più grandi librerie di libri usati della Gran Bretagna ed offre anche eccellenti strutture per mangiare, aree salotto, un camino nella vecchia sala d’attesa e servizi igienici. Mentre ci si sposta tra cd, dvd e libri, soprattutto tenendo un’attenzione particolare per la collezione  che varia di giorno in giorno a seconda di quello che è stato venduto/portato in baratto, un piccolo treno corre sopra la libreria. Il passato, anche in questo caso, arricchisce e stupisce!

 Ler Devagar, a Lisbona: qui invece è una bicicletta volante ad  attrarre i visitatori-clienti in linea con i concetti di leggerezza, calma e evasione data dalla lettura e non a caso la traduzione del nome della libreria è: leggere con lentezza. Sogno e immaginario. Volo e fantasia. I libri arrivano fino al soffitto e sono separati in diverse aree per dare a tutti la possibilità di scoprire qual è la lettura mancante, quale storia non si è ancora vissuta. E poi va ricordata El Ateneo Grand Splendid, a Buenos Aires: un palcoscenico e una plateo accolgono, si danno e rivevono in un dialogo di gesti, racconti e esperienze. L’emozione del teatro è unica ma può essere declinata anche in altri modi. Qui un soffitto alto a cupola, pachi e balconi intatti, che una volta accoglievano gli spettatori di spettacoli di leggendari ballerini di tango, sono spazi accoglinti per i lettori che possono accomodarsi per sfogliare uno dei 120.000 libri.

Il proscenio è ancora avvolto in spesse tende color cremisi, il palcoscenico è sede del caffè del negozio.  Il teatro, progettato dagli architetti Peró e Torres Armengol e inaugurato nel maggio del 1919, è diventato una libreria nel 2000 in grado di combinare la maestosa architettura con le bellezze del design e le necessità di un il negozio.

Infine quella che preferisco: Lello e Irmao, nel cuore di Oporto, nei pressi della Torre del Clero, si innalza la facciata neogotica, progettata dall’ ingegnere portoghese Francisco Xavier Esteves nel 1906, di un edificio che oggi ospita quella che tra tutte penso sia la libreria più bella del mondo! Dettagli d’epoca creano un’atmosfera in grado di trasportare indietro di cento anni, enormi scaffali di legno pieni di libri sfiorano il soffitto a vetri che proietta la luce naturale dando vita ad uno scenario insuperabile dove protagonista è  una bellissima scala in legno intagliato. 

Questo è un luogo che narra, racconta di sé e degli uomini che ci sono passati, di oggi e di domani. Non è un posto solo per la vendita, l’aspetto commerciale impallidisce sotto il potere della magia!


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