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Il regista Peque Gallaga, che deve la sua piccola fama a quest’opera datata 1985 e ad un’altra precedente dal titolo Oro, Plata, Mata (1982), con i pochi mezzi a disposizione intraprende fin da subito la strada del classico schema sentimentale così riassumibile: Danny spia la donna, Danny si fa avanti e si instaura un bollente rapporto fedifrago, il marito sospetta qualcosa trovandovi poi un riscontro concreto. La storia è perciò semplice al pari del mezzo che la racconta e il tasso di prevedibilità si alza con lo sviluppo lineare della pellicola. Ma l’elemento connotante è quello di una certa vitalità erotica che pervade l’atmosfera raccontata, il problema è che il lasso di tempo che separa Scorpio Nights dalla nostra contemporaneità ha mutato i nostri canoni sessuali, e a causa di ciò vedendo queste coppiette amoreggiare potrà facilmente scapparvi qualche risolino per i movimenti goffi inscenati o al massimo qualche sbadiglio, ché la tv odierna sa essere decisamente più spinta.
Non tutto il male viene per nuocere, poiché malgrado sia palpabile una certa difficoltà nel voler perseguire l’effetto-eros ad ogni costo, il film raccoglie qualche consenso nel territorio della sincerità e questo sentire autentico zampilla dalla love-story che pur essendo banale e impacciata ha un che di genuino e la si riesce a guardare con un briciolo di tenerezza.
La cornice che recinta questa liaison affastella rapide incursioni nel sociale (la povertà è lo sfondo esistenziale di tutti) e personaggi-sagoma che meritavano più spazio (il menestrello Bob Marley e il travestito), lasciando pochi residui negli occhi dello spettatore.
Il finale segue la tradizione del cinema bis che preme l’acceleratore su un aspetto fino a quel momento non preso troppo in considerazione come il dramma, e così vedere il marito che si masturba sul corpo esangue della moglie fa entrare il film nella categoria del cult da soffitta, laddove comunque c’è infinitamente di meglio.
Wikipedia ci dice che nel ’99 è stato girato Scorpio Nights 2 e che nel 2001 tale Park Jae-ho ha fatto un remake dal titolo Summertime, parimenti vi dico che ad un certo punto, durante il film, vediamo il braccio di Danny sbucare dal buco nel soffitto: che Tsai si sia ispirato da qui per la scena madre di The Hole (1998)?
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