Probabilmente sarà un semplice fattore personale, ma quando si comincia a leggere un libro e dopo una decina di pagine, trovandosi davanti ad un vecchio e inusuale vagabondo che passa la giornata sulla panchina posta di fronte ad un commissariato mangiando pistacchi e bevendo birra, si interrompe la lettura, si esce e si va a comprare precisamente pistacchi e birra al supermercato più vicino appena prima dell’ora di chiusura, che dire?
Tra le tante cose che possono venire in mente, una di sicuro è che quel libro non è passato inosservato.
Forse non sarà fantastico, né tantomeno assimilabile ad altri lavori della Fred Vargas, ma Scorre la Senna il proprio dovere l’ha fatto: quello di uscire dal mucchio.
Non sarà neppure merito dell’autore, autrice in questo caso, essendo tutto girato nella testa ( e nello stomaco ) del lettore, ma in futuro questo libro sarà nei miei ricordi come quello per il quale sono uscito a fare spese.
Dunque un libro che si distinguerà dagli altri per un nobile valore.