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Scossoni albionici

Creato il 01 settembre 2011 da Rightrugby
Scossoni albioniciC'è fermento in Inghilterra, man mano che si avvicina il Mondiale. Mentre la truppa al comando di Martin Johnson è ormai in Nuova Zelanda, tutt'attorno si fa un gran parlare da una parte del torneo, dall'altra delle battaglie politiche all'interno della RFU. Ironia della sorte, i volti che si prestano risalgono al 2003, l'anno di gloria del rugby albionico: ci sono di mezzo infatti Lawrence Dallaglio e Clive Woodward, al solito. 
L'ex terza linea dei London Wasps ha presentato il suo pronostico e ha calmato i toni: signori, stiamo tranquilli perché non siamo i favoriti. "Non sono la squadra numero uno e non sono la numero due", ha dichiarato riferendosi alla nazionale 2011. In compenso, potrebbe diventarlo in vista del 2015, quando la Coppa del Mondo si disputerà Oltremanica. 
Realisticamente, ha proseguito Dallaglio, la gente dovrebbe essere contenta se l'Inghilterra approdasse giocando bene alle semifinali: non sarebbero soddisfatti né coach Johnson né i giocatori, ma i tifosi sì o per le meno la maggioranza. "Sarà questa squadra migliore dopo la Coppa? La risposta è sì, senza dubbio. Per molti di loro è la prima volta ad un Mondiale e so per esperienza che nel 1999 non abbiamo vinto perché non eravamo pronti in quel momento". Nei successivi quattro anni di lavoro, è stata fatta la differenza.
Detto questo, scommette su Jonno, "uno che vuole fare bene". "E' un vincente e vuole ottenere un successo quindi logicamente sarà sotto pressione". E finirci non è del tutto negativo, basta saper dosare gli ingredienti. 

Mentre Dallaglio tira le somme anticipatamente, il Daily Telegraph se n'è uscito con un altro capitolo della saga che tiene banco nella Rugby Football Union. L'ex chief executive John Steele voleva che a capo della sezione élite players ci andasse Conor O'Shea, director of rugby dei London Harlequins ed ex estremo dell'Irlanda. O'Shea anziché Sir Clive Woodward che intanto è nel comitato olimpico per i Giochi di Londra 2012 e che ha fatto sapere di essere disponibile a rientrare nei ranghi della RFU, ma solo dopo le Olimpiadi.
Agli occhi di Steele, O'Shea appariva come un candidato a tutto tondo per il ruolo di performance director. L'irlandese ha gestito la national academy della federazione inglese per tre anni per poi approdare all'English Institute of Sport. E ha confermato di aver ricevuto l'invito da Steele, ma che in seguito non se n'è fatto nulla, e di averne parlato con Mark Evans, il chief executive dei 'Quins. 
La scelta di O'Shea di ritirarsi dalla corsa - e con lui anche Nigel Melville, chief executive di USA Rugby - ha reso Woodward l'unico candidato rimasto per il ruolo. Ma Steele a quel punto rallentò e pare che avesse pronto per l'allenatore campione del mondo un ruolo da director of rugby
La risposta è contenuto nel rapporto Blackett che potrebbe essere reso pubblico nei prossimi giorni. 

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