La NBA continua a consegnare i premi individuali relativi alla stagione 2009/2010, dopo il Citizens Sportmanship Award andato a Samuel Dalembert per il suo impegno nel sociale e il premio di miglior difensore dell’anno andato inspiegabilmente a Dwight Howard, oggi è toccato a Scott Brooks, allenatore degli Oklahoma City Thunder, ricevere il premio di miglior allenatore della stagione, il Red Auerbach Trophy in onore dell’ex coach dei Boston Celtics.
Una bella rivincita per questo giovane uomo (ha appena 45 anni) che dopo aver preso in mano i Thunder la scorsa stagione con un record da 1-12 è riuscito a portarli fino ai playoff quest’anno con un record di 50-32 (61%).
Pochi pensavamo che questa squadra potesse diventare così competitiva così presto, la scorsa stagione era andata molto male chiudendo con un record di 23-59 (22-47 con Brooks in panchina), anche se nelle ultime gare di stagione regolare si erano iniziati a vedere i risultati del grande lavoro fatto dal nuovo coaching staff. Il roster messo insieme dal GM Presti (uno di scuola Spurs) era sì buono, ma anche giovanissimo e pieno di incognite, Brooks è riuscito a trasformarla in una squadra vera, capace di restare per gran parte della stagione al sesto posto della Western Conference, dove il livello e la competitività è piuttosto alto.
L’ottavo posto finale è stata la conseguenza di alcune partite sbagliate proprio negli ultimi giorni anche se la situazione non è cambiata moltissimo.L’approdo ai playoff, la prima volta dal 2004/05 quando la franchigia ancora si chiamava Seattle Sonics, e il miglior aumento di vittorie da una stagione all’altra della storia NBA, gli è valso quindi il premio di best coach of the year, arrivato grazie ai 480 punti finali (71 dei 123 votanti l’ha messo al primo posto) e stando davanti a Scott Skiles (313 punti) autore di un altro miracolo con i Bucks arrivati fino alla sesta posizione a Est e Nate McMillan (107 punti) che ha raggiunto con Portland la sesta moneta a Ovest nonostante un numero imbarazzante di infortuni!