Magazine Diario personale

Scozzolamenti

Da Moltiplicatomamma @MoltiplicaMamma
Scozzolamenti
Troppo caldo. Afa. Non si respira, si boccheggia. Sarebbe stata crudeltà vanesia non portarli dal barbiere. Perché il ricciolo di Tommaso era l'orgoglio di mamma, croce e delizia. Croce perché ogni bagnetto diventava una lotta e non c'era balsamo per bebé che teneva.
Siamo andati in bicicletta. Già dopo la prima curva grondavamo di sudore. Motivo in più per rasarli, poveri nanetti. Prima tappa, niente da fare: salone pieno di ospiti e barbiere occupatissimo. Seconda tappa, barbiere sfigato. Ci sarà un motivo perché il salone sia vuoto. Ma tant'è, mica possiamo tirarcela e fare i gradassi. Ci manca solo caricarli come molle durante un'interminabile attesa. Solo due clienti prima di noi sono una benedizione, viste le condizioni. Ci accomodiamo. Pazienti.
Per fortuna a un certo punto è arrivato Dario, 7 anni, e il suo giochino gommoso. Io non avevo neanche pensato di portar loro qualche diversivo. I due clienti mi sono sembrati dieci. Gianni è serafico, nel suo salone, ha i tempi d'altri tempi. Gli avrei urlato hey, non vedi che sto trattenendo due mostri che tra poco ti smontano il tuo bel locale d'antan? Forse avrebbero fatto bene, visti gli arredi.
Finalmente l'ultimo cliente prima di noi va via. Sedici anni e un taglio a cresta improponibile. Ci incrociamo e io ho l'istinto, guardandolo, di girare i tacchi e filarmela. Poi penso che sono i giovani d'oggi a richiedere certi tagli, mica è colpa dei barbieri. E spero che non siano gli stessi tagli di domani, altrimenti Tommaso e Lorenzo avranno vita dura. Anzi, mamma e papà avranno vita dura, figuriamoci loro.
Chi sediamo per primo? Ci accorgiamo che nell'attesa non avevamo neanche avuto il buon gusto di ideare una strategia. Prendiamo il primo che capita sotto mano, a caso. Lorenzo. Lo sediamo sulla poltrona dotata di cuscinone. Un cuscinone a molla, dato che appena poggiato lui salta su se stesso, urla come un posseduto, tira pugni e calci, alterna lacrime a urla e minacce incomprensibili. Il barbiere indietreggia intimorito alzando mani e forbice insegno di resa e dice "no". Cioè, neanche il tempo, ci rinuncia. Cioé, io sono arrivata qua col caldo, ho aspettato un'ora cercando di arginare i due fiumi in piena e tu che fai? Mi dici no, neanche ci provo, neanche il tempo? Ma sei fuori? No way. Fa caldo, noi siamo qua e usciremo tutti scozzolati (tranne la mamma). Che sia chiaro. Il Papi sembra d'accordo con lui, d'altra parte, vista la reazione, come si fa? Io alzo le mani e prendo la situazione in pugno. Metto giù il pazzo e cerco di ricordarmi le tecniche da esorcista nel frattempo acchiappo al volo Tommaso che, capendo l'antifona, se la stava già dando a gambe e inseguirlo carponi sotto le poltrone come facciamo a casa prima del lavaggetto non mi sembrava dignitoso, in  un luogo pubblico.
Tommaso piange, ma da fermo. Vedete, li guardo io, trionfante. Si può fare. Cominciate a lavorare. Loro sempre lì, indecisi, fermi, impalati. Strappo lo spruzzino con l'acqua dalle mani del barbiere e comincio a spruzzare dappertutto: gli bagno i capelli e dico: iniziamo? Intanto piange sempre meno. E i due si decidono, santo cielo.
Alla fine riusciamo a tagliare i biondi spaghetti anche a Lorenzo e usciamo. Io confido che i due mostri abbiano la ricrescita lenta come la mamma e che per il prossimo taglio avranno, che so, circa due anni. Allora me li immagino maturi e magari si faranno mettere anche la mantellina maculata o magari quella zebrata. Conto che la terza volta andranno da soli, ridendo fra loro e faranno anche barba e baffi. No, sto correndo troppo. Forse mi toccano altre scene come queste. Inizio a prepararmi mentalmente.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog