Come l'assassino che torna sul luogo del delitto, eccomi a commentare gli ultimi surreali pronunciamenti dell'IFAB (International Football Association Board), l'unico organismo competente per quanto riguarda le regole del calcio.
Avendo scritto in lungo e in largo sulla necessità di cambiare e su cosa implementare, per non sembrare pedante stavolta prima di esprimere un giudizio sulle suddette recentissime decisioni la prendo alla larga; vorrei sottolineare quello che a questo punto mi pare sia il principale problema, il freno alla innovazione: l'IFAB stesso.
Per quello che mi consta, stiamo parlando di un organismo costituito a fine 800, ai primordi del calcio, che si muove secondo un canovaccio datato all'ultima revisione, fine anni 50.
Come è composto esso? Di 8 membri, 4 dei quali nominati dalla FIFA ed altri 4 rappresentanti delle federazioni di Inghilterra, Scozia, Galles, Nord Irlanda. Già da questa rappresentanza, che riporta alle origini del football si può facilmente comprendere dove stia il problema. In sostanza il potere di vita o di morte sulle regole del calcio risiede nelle mani e nei voti di federazioni infime e di basso peso specifico e cultura calcistica, se eccettuiamo gli inglesi. Non stiamo parlando di Germania, Brasile, Italia etc. Se a questo aggiungiamo un presidente FIFA espressione anch'egli di una piccola federazione, la Svizzera, e portatore di interessi pro domo sua ed affini, il gioco è fatto.
Allora, secondo me, prima di pensare di cambiare le regole del gioco andrebbe riformato, cambiato l'organo che supervisiona e provvede a tali cambiamenti, che non è più rappresentativo di alcunché, ne per peso di federazioni ne tampoco per competenze.
Veniamo ora alle recenti decisioni e partiamo dalla prima, quella che mi preme di più, l'ostracismo totale alla introduzione della tecnologia, alla famosa moviola istantanea in particolare. Le motivazioni addotte da questo ineffabile gruppo di ottuagenari rinchiusi nella loro torre d'avorio mentre il mondo avanza e progredisce hanno del surreale o dell'assurdo.
Si dice che il calcio non è il rugby dove il gioco verrebbe comunque fermato costantemente.
Falsissimo, come una banconota stampata da Totò nella sua cantina. Il gioco del calcio si ferma ad ogni piè sospinto e per una infinita serie di ragioni ed il rugby, complici innovazioni costanti delle regole, favorisce lo sviluppo, la continuità di gioco ad un punto tale che la stessa azione si dipana in quarta, quinta e più fasi.
L'unico ovvio problema da porsi riguarda il fatto che l'introduzione della moviola necessiterebbe comunque di disciplina, di definizione del campo di applicazione, di regole di utilizzo, di codifica della casistica. Soprattutto andrebbe inquadrata in un frame organico che provvedesse, innanzitutto ad un modifica irrinunciabile che è l'introduzione del tempo di gioco effettivo. Basta questo a frenarne l'implementazione? Io non credo.
Si dice che il gioco del calcio perderebbe del suo fascino e che si vuole mantenere l'uomo al centro della competizione rispetto all'arida macchina.
Meritorio apparentemente, pretestuoso nei fatti. Giova ricordare che l'uomo al centro della disciplina deve essere l'atleta con il suo team e la sua prestazione tecnico fisica, non la regola o l'arbitro che con una svista condiziona l'esito di un incontro. Ben venga dunque qualsiasi cosa che ci permetta di concentrarci sulla prestazione e ripulire, ammortizzare da quanto di contorno il nostro sport. Lo spettatore pagante oggi dell'arbitro che pure opera in buona fede non si fida; la tecnologia aiuterebbe e renderebbe l'arbitro più credibile ed autorevole, non il contrario. Come aiuterebbe che gli arbitri invece di arroccarsi in un arrogante ed altezzoso silenzio spiegassero il razionale che sta dietro alle loro decisioni.
Mi si permetta anche di dire che gli addizionali di porta mi paiono al momento un fallimento clamoroso e che l'ultimo beneficio sarebbe il fatto che i giocatori, spesso non un esempio di lealtà, consapevoli del fatto che nulla sfugge, alla lunga eviterebbero di cadere in tutta una serie di comportamenti illegali.
Ed invece secondo questi signori nell'epoca delle telecomunicazioni spinte al massimo, pare sia possibile isolare uno stadio dal mondo esterno, quando tutti siamo collegati 24 ore su 24 con tutto, magari calando uno scudo spaziale o una calotta sul terreno di gioco.
Ridicolo.
Di che altro si occupa e su cosa ha deliberato l'allegra brigata dell'IFAB?
Dello sdoganamento e legalizzazione dell'uso di copricapi per gli atleti ed atlete musulmani a patto che non siano attaccati alla maglia, di esplorare la possibilità di cambi volanti ed in maggior numero (ma solo nei non professionisti o nelle leghe minori, estiquaaatsi…), di valutare l'espulsione a tempo (questo ha senso ma non ci vuole la laurea in fisica per mettere in piedi la norma).
Su una cosa importantissima come rivedere il discorso della tripla sanzione (fallo su chiara occasione da goal, dove venga comminato il calcio di rigore o la punizione, l'espulsione e la squalifica per la partita successiva) si sono ripromessi di pensarci ma intanto si va all'inutile mondiale di calcio con la regola in vigore.
L'ultima esilarante pensata riguarda il divieto assoluto di esporre qualsiasi tipo di scritta sulle sotto maglie. Ora, per quello che mi riguarda sono d'accordo per qualsiasi tipo di scritta che abbia a che fare con orientamento religioso, politico, sessuale, o offenda il comune senso del pudore. Dico anche però che per il resto, quando non riporti un rencondito tornaconto e secondo fine commerciale, mi sarebbe sembrato il caso di lasciar correre. Avrei invece gradito di vedere abolita la regola che prevede il giallo per chi si toglie la maglia quando esulta. L'esultanza per un atleta che consegue un grande risultato è il sale di una vita di applicazione, sacrifici e sofferenza e questi ragazzi andrebbero lasciati liberi di esprimerla, che fa anche spettacolo. Nel frattempo per non incorrere in sanzioni, i giocatori si inventano altre forme espressione, come estrarre non si sa da dove (orrore e raccapriccio) un cucciotto per festeggiare la nascita di un bimbo in concomitanza con un goal.
A quando la proibizione della gioia a cura dei parrucconi incipriati del board?
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Domenico Amicarella ha condiviso su Tifoso Bilanciato una serie di intertventi dal titolo "Vietato non cambiare", con proposte concrete e fattibili per la modifica del regolamento del gioco del calcio. Lo potete consultare a questi link:
- “Vietato non cambiare”: nuove regole per una cultura sportiva “rinforzata” nel calcio
- “Vietato non cambiare”, entriamo nel vivo delle proposte: modifiche alla governance del calcio
- "Vietato non cambiare": ecco le prime proposte di modifica del regolamento da discutere
- “Vietato non cambiare”: quarta ed ultima parte delle proposte di modifica al regolamento del calcio