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Scritti da Voi (55) ANTONIO NIOLA - Recensione "Kramer contro Kramer"

Creato il 03 febbraio 2016 da Giuseppe Armellini
Scritti (55) ANTONIO NIOLA Recensione
Seconda recensione, dopo Fuori Orario, del lettore Antonio Niola.
Un altro gran bel classico da recuperare.
La pseudo recensione è preceduta da una prefazione che spiega il mio intento, se volete solo leggere del film saltate alla linea tratteggiata.
Sempre più spesso mi trovo ad essere duro con molti dei prodotti cinematografici moderni, con la conseguente ed ovvia accusa di essere eccessivamente critico.
Il punto non è essere eccessivamente critici o meno, piuttosto è che inconsciamente o meno valutiamo tutto su base comparativa. Naturale quindi ritenere che il cinema (come la musica) di oggi possa essere passabile o buono, se comparato con altri prodotti penosi della stessa epoca.
Questa in realtà non è una vera recensione ma un suggerimento per chi non conosce alcuni lavori del passato, ma a mio avviso dovrebbe.
Oggi avevo proprio voglia di parlare di un film bello, nella audace speranza di creare un "ponte" tra un certo cinema ed i più giovani (o meno avvezzi alla riscoperta).
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Parliamo del film.


La storia è piuttosto semplice e quantomai attuale: una moglie frustrata sente il bisogno di dedicarsi a se stessa, così prende le distanze da  ciò che era e ciò che aveva fino a quel momento, incominciando dalla sua vita matrimoniale e lasciando il marito solo con il figlio.
Lui è lo stereotipo dell'uomo giacca e cravatta di città, che vive in modo frenetico dedicandosi quasi interamente al lavoro di pubblicitario.

Scritti (55) ANTONIO NIOLA Recensione
È una classica coppia che viveva secondo lo standard dell'uomo che passa la vita in ufficio e si porta anche il lavoro a casa, contrapposto ad una donna che cura il nido familiare e si occupa del figlio (oggetto di dibattito sempre attuale).
Il marito, si trova quindi catapultato in un mondo nuovo, deve coniugare il suo lavoro ed il suo essere padre single, sfida che accetta senza esitare ma con risultati inizialmente tutt'altro che esaltanti.
Lo vediamo alle prese con la casa e la cura del figlio.
Molto belle le sequenze di lui che prepara la colazione, con una regia che segue ogni operazione senza nessun espediente e fa percepire la difficoltà del signor Kramer nelle varie faccende domestiche, rendendole verissime e vivide.
Il film scorre in un susseguirsi di scene quotidiane e naturalissime che vedono il genitore diventare  progressivamente padre "vero", vengono infatti riproposte le stesse azioni quotidiane dell'inizio, che svolge ora con capacità e anche divertendosi col figlio, che collabora in un binomio che affronta le cose con fare gioioso.
Si prova forte empatia con questo personaggio seguendone il progresso ed è meraviglioso il modo in cui la regia ci fa vedere sbocciare lentamente ma costantemente il rapporto con il figlio. 
Scritti (55) ANTONIO NIOLA Recensione
Ormai i due sono perfettamente a proprio agio in questa insolita situazione ed il loro legame diventa fortissimo.
Purtroppo però ogni cosa ha un prezzo ed il povero Sig. Kramer lo paga sul suo amato lavoro, e sarà altissimo.
Dedicandosi ormai senza sosta al figlioletto le sue prestazioni lavorative non sono più quelle dello stacanovista che era stato, così finisce per essere licenziato.
Non manca un un pizzico di critica nei confronti di una società capitalista che corre inseguendo solo il risultato, non aspetta nessuno ed è glaciale nei confronti del fattore umano.(altro bel tema).
In questo periodo il nostro Kramer fa conoscenza con una vicina, squisita ragazza madre, con la quale inizia una morbida relazione che integra la vita con suo figlio senza invaderla o destabilizzarla.
(Famiglie allargate? Direi altro bel temone)
Nel frattempo, sono passati circa 15 mesi, come nulla fosse rispunta la sig.ra Kramer che, ricordatasi di avere un figlio, ritiene che il suo periodo di riflessione sia finito e che le spetti occuparsi del bambino.
Scritti (55) ANTONIO NIOLA Recensione
Inizia una penosa battaglia legale nella quale possiamo percepire l'ansia e le contorsioni viscerali dei due personaggi, ognuno con le proprie colpe, ognuno con i propri difetti e, seppur in modo diverso, con il proprio amore per il figlio.
Il finale non voglio svelarlo ma, seppur a mio avviso inverosimile, rappresenta una grossa riflessione sull'umano, un'importante parabola sul significato vero dell'amore verso qualcuno, spostando la lente di ingrandimento sul reale oggetto della disputa, troppo spesso dimenticato.
Insomma, si parla di famiglia, separazioni, famiglie allargate, diritti, mercato del lavoro...
Non sono argomenti nuovi ma parlarne oltre trent'anni fa era una scelta audace e rischiosa.
Il film è girato in modo perfetto per il senso che si voleva dare, è lento il giusto per farci riflettere e "vedere" davvero, le riprese sono reali e naturalissime, la regia sempre presente eppur discreta.
Aggiungo che se poi hai due "mostri" così ad interpretare i coniugi Kramer (Dustin Hoffman, Meryl Streep), allora è probabile fare un grande film e questo lo è, eccome se lo è.

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