Scrittori Made in Campania#5 - Vicarìa – Il cuore oscuro dell'educazione
Creato il 24 aprile 2015 da Loredana Gasparri
Il titolo completo è Vicarìa, Un'educazione napoletana. Attenti, non è un romanzo di formazione. Non nel senso in cui siamo abituati, dalla letteratura e dal significato che attribuiamo solitamente alla parola. Anche questo libro proviene dalla mia ultima “missione” in corso, come la chiama Kristina, ovvero quella di leggere opere di scrittori made in Campania. Ne ho parlato a WeekendOut, un paio di settimane fa. Vicarìa è il nome di un quartiere di Napoli, e il 1841 è l'anno in cui lo visitiamo. Non è un bel quartiere, no affatto. E il luogo che ci accoglie all'inizio è una bocca dell'Inferno sotto mentite spoglie, l'Albergo dei Poveri, che raduna i poveri, gli orfani, le donne e le ragazze senza mezzi, i malati. Un bel nome pietoso, che fa pensare a stanze ariose, pulite, fervide di carità verso gli ultimi e gli scartati dalla società. Niente di più lontano dalla realtà...ben rappresentata nell'altro nome per cui è noto il summenzionato Albergo, ovvero Serraglio. Serragliuoli sono i suoi abitanti, un termine incollato addosso con disprezzo e degnazione, che non lascia dubbi: non si tratta di esseri umani, ma di animali di cui si tollera a stento la presenza, purché tenuti nascosti e rinchiusi. Ed è proprio così: chi entra nel Serraglio, come “gradito ospite”, ci rimane e non può prendere congedo, quando lo desidera...come scopriamo in modo cruento proprio nelle prime pagine del libro. Il piccolo Antimo, una creatura prosciugata del Serraglio di circa sette anni, tenta una fuga ingegnosa incontrando una morte crudele, ad opera del sadico Comandante di sorveglianza, Michele Florino. Il suo cadavere viene fatto sparire grazie all'opera silenziosa ed efficiente di un'altra anima nera in abiti bianchi, il prestigioso e sussiegoso Dottor De Consoli. La sua figura distinta e altera è ben nota nelle stanze del Serraglio. Si occupa dei piccoli malati, con una sollecitudine tinta di qualcos'altro, meno angelico, meno disinteressato, meno...paterno. Tuttavia, Antimo non finisce subito nel dimenticatoio silenzioso degli ultimi oppressi e uccisi per spregio. Il suo cadavere appare nel posto sbagliato, davanti alla persona sbagliata: il giovane Commissario Gioacchino Fiorilli, da poco assegnato a Vicarìa, capta immediatamente la nota d'aiuto che aleggia intorno ad Antimo, e si occupa di questo strano caso. Le sue indagini lo portano ad approfondire la conoscenza dell'inferno del Serraglio, dove si aggira un angelo straniero, una giovane donna inglese di talento, che insegna musica e canto alle piccole recluse dell'Albergo dei Poveri. Seguiamo i suoi passi fermi da soldato difensore della verità in una vicenda torbida e complicatissima, che coinvolge gli strati insospettabili della società napoletana. Questo è ben di più di un semplice caso di morte-occultamento di cadavere...è un viaggio di scoperta. Un viaggio di educazione alla scoperta del lato infernale del cuore umano. In un'atmosfera calda e vischiosa, leggermente sensuale e repellente al tempo stesso, impariamo cosa significa la crudeltà esercitata con gioia dai meschini sugli indifesi, seppur rozzamente. Guardiamo affascinati come uno spirito apparentemente superiore, ma solo per nascita e studi, escogita sistemi per impadronirsi del cuore altrui, per manipolarlo e assoggettarlo ai propri desideri sporcati. In questo squallore estremo, ci aspetteremmo di trovare solo buio, immondizia spirituale. Brillano lampi brevi, ma purissimi, di luce: la giovane prostituta che salva con uno stratagemma il gendarme che si è comportato correttamente nei suoi confronti, proteggendo la sua vita. La giovane cantante inglese, Emma, che dona il suo talento e il suo tempo per i piccoli disprezzati, e che lega tragicamente se stessa all'abusato Antimo. Il Commissario Fiorilli, che resiste ad una vera e propria ordalia in nome di Emma e Antimo, per arrivare alla verità e alla punizione dell'incurante e sadico criminale. Correte a procurarvi questo libro se, come me, amate le figure tinte e complesse: i buoni con gli artigli, e i cattivi con insospettati lati di burro. Oppure se amate odiare, come capita a me, alcune figure particolari di “cattivo”, come De Consoli: medico irreprensibile di facciata, sordida anima nera manipolatrice con fascino da “essere superiore”. L'ho letteralmente odiato, ma non smettevo di cercare la sua marsina nera nelle pagine del libro, anche solo per ripetergli in faccia che il suo spirito da demone avrebbe avuto quello che si meritava. Se amate i gialli storici, e le vicende a incastro, entrate subito in Vicarìa. Attenti, però. Quando pensate di esserne usciti, con sollievo, guardate nel vostro cuore. Non è un luogo che si dimentica facilmente.
LoreGasp
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