Mi alzo ad un orario decente e mi piazzo davanti al computer. Voglio fare come Stephen King, ovvero non alzarmi da questa sedia prima di aver buttato giù ventimila parole.
- Prepariamo la colazione?Chiede una vocina dalla cucina.
Il fatto è che noi non facciamo mai colazione, anche se si tratta dell'abitudine più sbagliata del mondo. Non vedo perchè dovrei iniziare a fare colazione proprio oggi, con un intero romanzo che aspetta di essere scritto.
- No, non ho voglia, grazie.Incredibile come, nel momento in cui mi metto a scrivere, tutto sembri andare esattamente come deve andare. I personaggi si animano di vita propria ed iniziano a farmi scrivere delle vicende che mi fanno morire.
- Ok.
Mi sento proprio lanciatissima.
Sms da Amica: "ciao, che fai? Ci vediamo nel pomeriggio?".Uffi. Se ci distraiamo, impieghiamo dai 15 ai 25 minuti per tornare al grado di concentrazione precedente la distrazione, lo dice anche Focus. Ciò significa che, con queste due sole insignificanti distrazioni, ho perso la concentrazione per un perido di tempo compreso tra la mezz'ora ed i 50 minuti. Non male per la prima ora e mezza di lavoro.
Sms ad Amica: "ciao, sto scrivendo. Non so se esco questo pomeriggio, perchè mi sento proprio lanciata: sorry :-)"
Bando alle ciance: ricomincio a scrivere alacremente e vengo subito ricatapultata, alla faccia delle statistiche di Focus, nel magico mondo di Alice.
- Prepariamo le cotolette?Così mi metto a preparare cotolette e torno a scrivere circa un quarto d'ora più tardi.
- Sto scrivendo. Lo facciamo dopo? E' ancora presto per pranzare.
- Ok. Ma se vuoi le preparo io, basta che mi dici come si fa.
- Va bene. Prima vanno passate nella farina, poi nell'uovo ed infine nel pangrattato. Ricordati però anche il sale, da qualche parte.
- Ok. Prima farina, poi... pangrattato... Poi?
- Arrivo.
Secondo voi Stephen King prepara le cotolette tra un capitolo ed un altro? Beh, penso che alla fin fine anche lui debba nutrirsi e, essendo anche sua moglie Tabitha una scrittrice, qualcuno in casa le cotolette le debba pur preparare. Tutto sommato quindi mi sento ancora un po' Stephen King.
Sms da mamma: "ciao, cosa fate? Che caldo oggi!"Se non voglio che il mio telefono venga preso d'assalto da milioni di sms matermi, ho imparato che è meglio rispondere subito. Non me la sento di dirle però che sto scrivendo, perchè sono una figlia orribile e so che se le dicessi che sono a casa a scrivere lei tradurrebbe con "non ho niente da fare" ed inizierebbe a chiedermi di andare a pranzo da loro, di trovarci per un caffè o, se proprio sono in giornata particolarmente "figlia degenere", almeno per un aperitivo piccolo piccolo.
Sms a mamma: "ciao, sto facendo le pulizie e poi stirerò. Già, caldo infernale oggi!"
Sms da Amica: "allora uscite questo pomeriggio? Ci vediamo da me per un gelato?"Lo ignoro. Non è ancora l'ora di pranzo ed io voglio scrivere. L'ho appena detto anche su Twitter!
Guardo l'orologio. Tutto sommato l'ora di pranzo è quasi arrivata, come sottolinea il mio stomaco che si contorce giusto in questo momento (neanche avesse dato anche lui un'occhiata all'orologio).
Pausa pranzo sia.
Cucino le cotolette, pranziamo e mi rimetto a scrivere.
Fortunatamente sono una che non risente poi molto delle distrazioni e, scommetto anche meno che nei 15 minuti di Focus, mi riconcentro a mille nella storia, che è arrivata ad un punto che mi piace da morire.
- Hey, A. mi scrive se andiamo da lei per un gelato. Che ne dici? Hai voglia di andare?E' chiaro che FF si annoia perchè oggi ha proprio una fidanzata pizzosissima, molto più presa dal proprio romanzo che da lui.
- Sto scrivendo... Non posso fermarmi adesso... Sono ad un punto cruciale (ecco perchè avevo spento il telefono)!
- Ok, allora io vado a correre.
- Ma sei pazzo?!?!? Ci saranno almeno cinquanta gradi all'ombra!
- Beh, se non mi vedi tornare entro un'ora...
Dopo circa un'ora (io ero già sul punto di prendere la bicicletta e percorrere l'argine alla ricerca di lui agonizzante sul ciglio della strada) FF finalmente torna. Il patema, scopro, non giova affatto alla scrittura.
Rinfrancata, mi rimetto a macinare parole.
- Allora, hai pensato a che vuoi fare? Andiamo da A. a mangiare il gelato?Acconsento per disperazione.
- Ok (aaaaahhhhhhh!!!!).
Ma che Stephen King si chiuda in un bunker per macinare quelle ventimila parole al giorno o che semplicemente l'abbia sparata grossa? Forse da quelle parti non esistono le cotolette e i gelati.
La Redazione