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Scrittura, Blog e Twitter: Belli i Tempi Quando Bastava un Tweet

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Scrittura, Blog e Twitter: Belli i Tempi Quando Bastava un Tweet

Qualche giorno fa, in preda alla nostalgia dell’anno 2011 – quando presentai Zagreb al Salone del Libro di Torino, rileggevo le recensioni dei blog e dei giornali (qui tutte le recensioni). È che sono preso dalla scrittura del secondo romanzo, che per ora chiameremo BerlinXxX, e sono a metà strada, in un momento quantico della trama. Leggere ciò che si diceva di Zagreb, rivivere quei momenti, mi ha dato un po’ di forza per andare avanti. E mi ha fatto pensare a come in pochi anni le cose sul web siano cambiate.

Blog, quando c’era splinder

Nel 2006, subito dopo aver conseguito un dottorato in chimica computazionale alla Cardiff University, iniziai a curare The Computational Alchemist, un blog scientifico e in inglese. Ma non mi bastava, perché in quel blog scrivevo solo di chimica. Un paio di anni dopo aprii su Splinder Destinazione Cuore Stomaco e Cervello e nel 2009 decisi di passare a wordpress con una grafica personalizzata, realizzata dal bravissimo Burzuk, e di uscire dall’anonimato. Un grande passo per un blogger…

Lanciai i Mondi in una Pagina, racconti brevi di una decina di righe e nell’iniziativa coinvolsi gli scrittori con cui avevo già interagito, alcuni affermati, come Nicola Lecca, altri che sarebbero diventati protagonisti della blogosfera, come Angelo Ricci. Andò molto bene quell’esperienza e compresi l’importanza di fare network.

Destinazione Cuore Stomaco e Cervello era un diario della mia esperienza da scrittore alle prime armi, alle prese con scrittura, editing e case editrici. Scrivevo quasi ogni giorno senza nessuna linea editoriale. Mi sembrava facile e lo era davvero, per mesi, costantemente, Destinazione Cuore Stomaco e Cervello era lì, tra i primi 20 blog letterari italiani. E io me ne stupivo.

Conservare quella posizione poi divenne difficile e la concorrenza con gli altri blog, spesso blog multi-autore, spietata. Capii la mia seconda lezione: che per rimanere lassù bisognava inventarsi qualcosa di nuovo, decidere una linea editoriale precisa, migliorare la grafica, studiare. Fu allora che passai a Scrittore Computazionale.

Da settembre scorso, ho visto Scrittore Computazionale salire fino alle prime posizioni tra i blog letterari e poi scendere, sotto il peso dell’armata dei blog multi-autore.

Nonostante lo studio, la dedizione e la scrittura su temi precisi, la facilità con cui Destinazione Cuore Stomaco e Cervello era tra i primi, non l’ho vista più. Segno di un assalto, positivissimo, credo, alla blogosfera. Di blog ne sono nati di nuovi ogni giorno e questo non può che essere un bene per chi scrive e per chi legge.

Twitter, quando eravamo in tre

Quando cominciai a twittare nel 2009 io non sapevo bene cosa farne di twitter. Cercavo case editrici, autori, figure che mi sarebbero potute interessare e non ci trovavo quasi nessuno. Iniziai con l’inglese, questo aiutò. Ma io dovevo promuovere l’uscita di un romanzo in italiano e tornai alla nostra lingua. Mi inventai, forse qualcuno se lo ricorda, il personaggio “Il #CollegaTedesco”. Un fantomatico collega universitario molto tedesco e molto caustico. Mi aiutò molto. Scrivevo di scrittura, delle mie paure e della preparazione all’esame “finale”, la presentazione di Zagreb al Salone del Libro.

Il successo si materializzò proprio al Salone del Libro di Torino 2011, quando sia allo stand che alla presentazione, i miei followers si trasformarono in persone in carne e ossa che compravano il mio libro, ne parlavano sui loro blog e discutevano con me di scrittura. Fu, quello di Twitter, un esperimento riuscito.

Poi Twitter divenne un luogo di tutti, più ascoltatori e più trasmettitori. Ora, come sappiamo, farsi notare, promuoversi, far passare la propria idea è molto più complesso. Anche su Twitter, bisogna inventarsi qualcosa di nuovo e, per fortuna, c’è gente che lo fa benissimo, penso alla comunità di #Leucò, a IdeeXScrittori e altri capaci di sfruttare al massimo la potenzialità dei 140 caratteri.

Il Twitter-mercato e i blog multi-autore

La mia esperienza di blogger-autore attuale è quella di un blogger che scrive di scrittura e di quello che c’è attorno. Non sto promuovendo un romanzo e quindi il mio è un parere da spettatore.

Twitter è diventato un gran mercato dove per farsi ascoltare bisogna gridare o twittare come dei forsennati. Un tweet non basta più. Voglio dire: ben venga, sono un fan dell’esplosione dell’input informativo, ma è chiaro che su Twitter (e non solo) si stanno ricreando le stesse dinamiche della vita reale. Twitter è diventato un facebook più esclusivo, con utenti in giacca radical-chic.

La blogosfera è dominata dai blog multi-autore. Nel suo eBook sui book blog, eFFe scrive che il 90% dei blog di successo sono blog multi-autore. Angelo Ricci, autore di Pinterest è un Sogno? e di Borges Aveva un Tumblr, Notte di Nebbia in Pianura il suo blog, ha scritto:

Il blog monoautore sta morendo, messo, suo malgrado, in un angolo solipsistico dal quale è difficile uscire. E quelli monoautore che resistono sono in realtà filiali di quelli multiautorali. I social network, nella loro potenza amplificativa dei contenuti, hanno patologicamente evidenziato non i contenuti, ma le cordate letterarie che si sono da tempo create anche sul web. Forse c’è la speranza di riciclarsi come content curator letterari su tumblr, ma il blog letterario monoautore è morto.

Non sono necessariamente d’accordo, ma la difficoltà è evidente ed è evidente l’evoluzione verso il blog multi-autore. Non si può aprire un blog, improvvisarsi blogger e sperare di avere successo. E anche questo è un bene: la selezione naturale aumenta la qualità.

Conclusioni? 

I tempi sono cambiati. E come al solito, quando i tempi cambiano, si guarda indietro con una nostalgia che rende ciò che è passato tutto più bello…

La concorrenza da un lato aumenta la qualità, dall’altro rende il lavoro di un blogger più difficile. Oggi per esserci e per essere visti bisogna unirsi, fare rete e produrre ottimi contenuti. Per le anime solitarie significa combattere ogni giorno, parola dopo parola, come dei piccoli David contro dei giganteschi Goliath.

Ma in fondo, non è questo stentare la condizione ideale per un autore?

 

Usi Twitter da qualche anno, sei un blogger della “vecchia scuola”? Quali cambiamenti hai notato? Credi che la qualità dei blog sia aumentata? Se ti va, condividi la tua opinione nei commenti.

 

 



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