«Homines antea ab immortalibus ignem petebant neque in perpetuum servare sciebant; quod postea Prometheus in ferula detulit in terras, hominibusque monstravit quomodo cinere obrutum servarent. Ob hanc rem Mercurius Iovis iussu deligavit eum in monte Caucaso ad saxum clavis ferreis et aquilam apposuit, quae cor eius exesset; quantum die ederat, tantum nocte crescebat. Hanc aquilam post xxx annos Hercules interfecit eumque liberavit. » (1)
(da Gaio Giulio Igino, Fabulae, CXLIIII)
di Rina Brundu. L’hanno fondata nel gennaio 2001. Il suo nome vuol dire cultura veloce, dal termine hawaiano wiki (veloce), e dal suffisso -pedia (dal greco antico -παιδεία, “formazione”). È stata pensata dal giovanissimo imprenditore Jimmy Donal Wales, detto Jimbo (che nel “marzo 2000 fondò il progetto per un’enciclopedia controllata dagli stessi utenti chiamata Nupedia”), e dal filosofo americano Lawrence Mark Sanger, detto Larry, chiamato fin da subito da Wales a svolgere le funzioni di redattore capo. Attualmente è supportata dalla Wikimedia Foundation, una organizzazione statunitense senza fini di lucro, è disponibile in 283 lingue diverse (di cui circa 180 attive) ed è liberamente modificabile: chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne delle nuove.
Tutto questo è Wikipedia, l’enciclopedia online collaborativa e gratuita che per molti versi ha cambiato il nostro modo di informarci e che nel giusto tempo si trasformerà in uno dei doni più preziosi per l’umanità. Wikipedia ha infatti nel geniale motore che la fa vivere, ovvero i contributi liberi di lettori capaci, la sua spada di Damocle e il suo cavallo di battaglia. Da dire vi è che in una sola decade i progressi fatti a livello di controllo/bloccaggio delle fonti e di editing dei testi sono impressionanti; con questo ritmo basteranno meno di vent’anni per fare di questo particolare sito di informazione online (attualmente vanta 60 milioni di accessi al giorno), il sito da visitare tout-court. Il luogo informativo tout-court. L’enciclopedia tout-court che è stata capace di relegare le pur blasonate colleghe del passato a mero ricordo impolverato negli scaffali delle vecchie bibilioteche.

Non vi è ragione per cui Wikipedia non possa ospitare i saggi più aggiornati, i migliori articoli di ricerca su qualsiasi branca dello scibile, in maniera interattiva e scientificamente precisa. Ancora, in virtù dell’assioma che vuole l’acqua pura e fresca direttamente alla fonte, non vi è ragione per cui le voci relative agli autori viventi (ahimé non si può più fare per quelli andati e solo adesso ci rendiamo conto di quanto abbiamo perso rispetto a questi argomenti!!) non vengano ampliate fino a contenere i loro stessi diretti contributi, oltre le tradizionali pagine biografiche. Mi spingo a dire che quegli stessi autori validi, gli autori che hanno creato qualcosa meritevole di diventare futuro patrimonio condiviso, dovrebbero cominciare a pensare alla Wikimedia Foundation quale vera beneficiaria dei diritti di copyright sulle loro opere. È in questo modo infatti che si chiude mirabilmente una vita che può avere fatto una differenza ed è sempre in questo modo che si rende la nostra anima più splendente: ovvero, pensando agli altri. A coloro che verranno.

Note.
(1) Gli uomini chiedevano agli dei il fuoco, ma non lo sapevano conservare; poi Prometeo lo portò sulla terra in una canna, ed insegnò loro come conservarlo ricoprendolo con la cenere. A causa di questo, Mercurio, per ordine di Giove, lo legò ad una roccia sul monte Caucaso con chiodi di ferro e mise un’aquila che rodesse il suo fegato. Tanto ne aveva mangiato durante il giorno, quanto (il fegato) ricresceva la notte. Dopo trentamila anni Ercole uccise quest’aquila e lo liberò (traduzione libera).
Featured image, Jimmy Donal Wales, detto Jimbo. Seconda immagine, il filosofo americano Lawrence Mark Sanger. Nel quadro, “Vulcano incatena Prometeo” di Dirck van Baburen, 1623. Fonte Wikipedia.






