Proprio per questo è fondamentale scegliere attentamente il POV e imparare a gestirlo.
Questo è un articolo introduttivo dedicato a dei concetti fondamentali (focalizzazione, personaggio-pov, penetrazione psicologica, diegesi, distanza emotiva). Nei prossimi articoli, invece, spiegherò nel dettaglio i pro e i contro di ogni tipo di POV e, infine, riassumerò i più comuni errori di gestione del punto di vista.
Continuate dopo il saltino per l'introduzione!
1. Focalizzazione La focalizzazione è la posizione del narratore nei confronti della storia. Se ne distinguono tre tipi:
- Focalizzazione interna (intradiegetica): il narratore usa un personaggio-pov interno alla storia, di solito il protagonista;
- Focalizzazione esterna (extradiegetica): il narratore usa un personaggio-pov esterno alla storia e non specificato;
- Focalizzazione zero: il narratore assume un punto di vista onnisciente, come se fosse una divinità che guarda tutto dall'alto.
La focalizzazione esterna e la focalizzazione zero sono ormai obsolete e sconsigliate nella quasi maggioranza dei casi. È meglio usare sempre la focalizzazione interna, perché permette sia una migliore immersione nella storia (realtà virtuale) che una migliore immedesimazione col personaggio-pov (empatia).
Ma cos'è il personaggio-pov? È il personaggio che regge la telecamera del punto di vista (sulla spalla o nella testa). In altre parole, possiamo descrivere e narrare solo le sue percezioni sensoriali (ciò che vede, sente, tocca, annusa etc etc) e, con una penetrazione psicologica non assente, i suoi pensieri.
La posizione della telecamera dipende sia dal tipo di POV che dalla penetrazione psicologica.
Nel caso del narratore onnisciente, la telecamera è in alto, quindi non ci può essere nessun personaggio-pov. In questo caso di parla di personaggio focalizzato, ossia del personaggio inquadrato in quel momento dalla telecamera onnisciente.
(N.B. si può usare la penetrazione nulla o oggettiva anche con la focalizzazione interna, non per fora solo con quella esterna. Cosa vuol dire? Scopriamolo subito!)
2. Penetrazione psicologica (o livello d'introspezione o filtro interiore) La penetrazione psicologica indica il rapporto tra la narrazione e i pensieri del personaggio. Se ne distinguono quattro tipi:
- Penetrazione assente o oggettiva: non è possibile visualizzare i pensieri del personaggio-pov, che possono essere interpretati dal lettore basandosi esclusivamente su gesti, azioni, parole.
- Penetrazione leggera: i pensieri del personaggio vanno scritti in prima persona e al presente, come un discorso diretto (monologo interiore). I pensieri sono divisi dalla narrazione, cosa che va esplicitata usando il corsivo e/o delle virgolette. In generale, è meglio evitare i tag del tipo “pensò”, in quanto danno una sensazione poco naturale. Ovviamente, questa tecnica è applicabile solo alla terza persona.
- Penetrazione profonda: i pensieri non sono divisi dalla narrazione, ma si fondono con essa (stesso tempo e stessa persona, niente corsivo e/o virgolette a dividere). Questa tecnica è tipica delle prima persona, ma può essere usata anche con la terza persona.
- Penetrazione assoluta: i pensieri irrazionali sostituiscono la narrazione razionale. È il caso del flusso di coscienza, che superficialmente si presenta come un monologo interiore esteso e libero. Quando tecnica è tipica dei romanzi psicologici, ma è comunque consigliabile dividerla dal resto della narrazione (magari con dei capitoli appositi).
Se si sta usando la prima o la seconda persona, si può usare solo ed esclusivamente la penetrazione pesante e/o quella assoluta.
Per quanto riguarda la penetrazione assente, la sua difficoltà è uguale sia per la terza persona limitata che per quella onnisciente: bisogna conoscere bene il linguaggio del corpo.
Un po' confusi? Tranquilli, è normale. Tutto sarà molto più chiaro e semplice quando analizzerò le tipologie di POV spiegandone i pro e i contro e usando degli esempi. Io ora ho introdotto la penetrazione psicologica, ma è un argomento che si capisce meglio analizzando la terza persona limitata.
3. Autodiegesi ed eterodiegesiPrima ho citato l'extradiegesi e l'intradiegesi come sinonimi rispettivamente della focalizzazione esterna e della focalizzazione interna.
L'eterodiegesi è obsoleta e sconsigliata: ostacola l'immedesimazione col protagonista e rende difficile la narrazione. Fate in modo che il vostro protagonista sia anche il personaggio-pov!
4. Distanza emotivaLa distanza emotiva è la distanza tra il lettore e il personaggio-pov (o personaggio focalizzato). Ne esistono tre tipologie:
- Campo lungo: “Mauro correva nella notte fredda”;
- Campo medio: “Mauro correva nella notte, imprecando contro il freddo”;
- Primo piano: “Mentre correva nella notte, il sapore amaro del freddo sulle labbra”;
Non è necessario scegliere una distanza per tutto il romanzo: la si può cambiare a seconda della scena.
***Nei prossimi articoli parlerò dei tipi di POV analizzandone i pro e i contro e usando degli esempi.
Ma quanti tipi di POV esistono?
- Prima persona;
- Seconda persona;
- Terza persona (limitata con penetrazione profonda, limitata con penetrazione leggera, oggettiva, onnisciente personale, onnisciente impersonale).