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Scrittura e narrativa di genere: 4 - Punto di Vista (introduzione)

Da Luciferkitty @MicheleAFGreco
Scrittura e narrativa di genere: 4 - Punto di Vista (introduzione)Il Punto di Vista (o POV, dall'inglese "point of view") è l'angolatura dalla quale si narra. Parliamo di uno degli elementi più importanti del testo narrativo, paragonabile alla telecamera per il cinema.
Proprio per questo è fondamentale scegliere attentamente il POV e imparare a gestirlo.
Questo è un articolo introduttivo dedicato a dei concetti fondamentali (focalizzazione, personaggio-povpenetrazione psicologica, diegesidistanza emotiva). Nei prossimi articoli, invece, spiegherò nel dettaglio i pro e i contro di ogni tipo di POV e, infine, riassumerò i più comuni errori di gestione del punto di vista.

Continuate dopo il saltino per l'introduzione!



1. Focalizzazione La focalizzazione è la posizione del narratore nei confronti della storia. Se ne distinguono tre tipi:
  • Focalizzazione interna (intradiegetica): il narratore usa un personaggio-pov interno alla storia, di solito il protagonista; 
  • Focalizzazione esterna (extradiegetica): il narratore usa un personaggio-pov esterno alla storia e non specificato;
  • Focalizzazione zero: il narratore assume un punto di vista onnisciente, come se fosse una divinità che guarda tutto dall'alto.
La prima persona è sempre interna e fa coincidere il narratore col personaggio-pov; la seconda può essere interna o esterna; la terza può essere esterna, interna o zero.
La focalizzazione esterna e la focalizzazione zero sono ormai obsolete e sconsigliate nella quasi maggioranza dei casi. È meglio usare sempre la focalizzazione interna, perché permette sia una migliore immersione nella storia (realtà virtuale) che una migliore immedesimazione col personaggio-pov (empatia). 
Ma cos'è il personaggio-pov? È il personaggio che regge la telecamera del punto di vista (sulla spalla o nella testa). In altre parole, possiamo descrivere e narrare solo le sue percezioni sensoriali (ciò che vede, sente, tocca, annusa etc etc) e, con una penetrazione psicologica non assente, i suoi pensieri.
La posizione della telecamera dipende sia dal tipo di POV che dalla penetrazione psicologica.
Nel caso del narratore onnisciente, la telecamera è in alto, quindi non ci può essere nessun personaggio-pov. In questo caso di parla di personaggio focalizzato, ossia del personaggio inquadrato in quel momento dalla telecamera onnisciente.
(N.B. si può usare la penetrazione nulla o oggettiva anche con la focalizzazione interna, non per fora solo con quella esterna. Cosa vuol dire? Scopriamolo subito!)

2. Penetrazione psicologica (o livello d'introspezione o filtro interiore) La penetrazione psicologica indica il rapporto tra la narrazione e i pensieri del personaggio. Se ne distinguono quattro tipi: 

  1. Penetrazione assente o oggettiva: non è possibile visualizzare i pensieri del personaggio-pov, che possono essere interpretati dal lettore basandosi esclusivamente su gesti, azioni, parole. 
  2. Penetrazione leggera: i pensieri del personaggio vanno scritti in prima persona e al presente, come un discorso diretto (monologo interiore). I pensieri sono divisi dalla narrazione, cosa che va esplicitata usando il corsivo e/o delle virgolette. In generale, è meglio evitare i tag  del tipo “pensò”, in quanto danno una sensazione poco naturale. Ovviamente, questa tecnica è applicabile solo alla terza persona. 
  3. Penetrazione profonda: i pensieri non sono divisi dalla narrazione, ma si fondono con essa (stesso tempo e stessa persona, niente corsivo e/o virgolette a dividere). Questa tecnica è tipica delle prima persona, ma può essere usata anche con la terza persona.
  4. Penetrazione assoluta: i pensieri irrazionali sostituiscono la narrazione razionale. È il caso del flusso di coscienza, che superficialmente si presenta come un monologo interiore esteso e libero. Quando tecnica è tipica dei romanzi psicologici, ma è comunque consigliabile dividerla dal resto della narrazione (magari con dei capitoli appositi).
Se si sta usando la terza persona limitata (e solo in questo caso) i primi tre livelli di penetrazione possono essere alternati anche all'interno di uno stesso capitolo (e, in certi casi, anche all'interno della stessa scena). Non c'è bisogno di fare una scelta definitiva e non c'è bisogno di cambiare capitolo o separare le scene con degli asterischi. Anzi, è sconsigliato usare solo un livello di penetrazione per tutta la storia. Conviene cambiare livello a seconda della scena narrata, tanto è una cosa che non dà fastidio al lettore. In questo modo si può godere dei benefici di ognuno di questi livelli di introspezione.

L’unica buona norma da seguire consiste nell'iniziare la storia con una penetrazione leggera. In tal modo, il lettore saprà sempre della possibilità di visualizzare i pensieri del personaggio-pov e non rimarrà deluso quando si passerà a una penetrazione nulla, né rimarrà spiazzato quando si userà una penetrazione profonda.

Se si sta usando la prima o la seconda persona, si può usare solo ed esclusivamente la penetrazione pesante e/o quella assoluta.

Nel caso della terza persona onnisciente, invece: conviene usare la penetrazione leggera solo col protagonista, o comunque visualizzare il monologo interiore di un solo personaggio per capitolo; va assolutamente evitata col narratore onnisciente; la penetrazione profonda impone molta disciplina perché si rischia di passare troppo spesso dai pensieri di un personaggio a quelli di un altro. 
Per quanto riguarda la penetrazione assente, la sua difficoltà è uguale sia per la terza persona limitata che per quella onnisciente: bisogna conoscere bene il linguaggio del corpo. 

Un po' confusi? Tranquilli, è normale. Tutto sarà molto più chiaro e semplice quando analizzerò le tipologie di POV spiegandone i pro e i contro e usando degli esempi. Io ora ho introdotto la penetrazione psicologica, ma è un argomento che si capisce meglio analizzando la terza persona limitata.

(N.B. se state usando un punto di vista diverso dalla terza persona limitata, cambiare livello di penetrazione equivale a cambiare tipo di POV. Ne parlerò meglio nell'articolo dedicato al POV multiplo e misto).


3. Autodiegesi ed eterodiegesiPrima ho citato l'extradiegesi e l'intradiegesi come sinonimi rispettivamente della focalizzazione esterna e della focalizzazione interna. 

Se la focalizzazione è intradiegetica, si parla di autodiegesi quando il narratore riporta fatti inerenti a se stesso, di eterodiegesi quando il narratore riporta fatti relativi ad altri personaggi.
L'eterodiegesi è obsoleta e sconsigliata: ostacola l'immedesimazione col protagonista e rende difficile la narrazione. Fate in modo che il vostro protagonista sia anche il personaggio-pov!

4. Distanza emotivaLa distanza emotiva è la distanza tra il lettore e il personaggio-pov (o personaggio focalizzato). Ne esistono tre tipologie: 

  • Campo lungo: “Mauro correva nella notte fredda”;
  • Campo medio: “Mauro correva nella notte, imprecando contro il freddo”;
  • Primo piano: “Mentre correva nella notte, il sapore amaro del freddo sulle labbra”;  

Non è necessario scegliere una distanza per tutto il romanzo: la si può cambiare a seconda della scena. 
***Nei prossimi articoli parlerò dei tipi di POV analizzandone i pro e i contro e usando degli esempi. 
Ma quanti tipi di POV esistono?

  • Prima persona;
  • Seconda persona;
  • Terza persona (limitata con penetrazione profonda, limitata con penetrazione leggera, oggettiva, onnisciente personale, onnisciente impersonale).

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