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Scrittura nuragica e negazionisti: quanto tempo perso

Creato il 20 maggio 2012 da Zfrantziscu
di Gigi Sanna
Caro Gianfranco, la strategia, calcolatissima, posta in essere non è servita a nulla. Una strategia inaudita che non ha riscontri in altri momenti della storia degli studi isolani. Neppure in quella feroce e malevola attuata recentemente  nei confronti del giornalista Sergio Frau. Non è servito il fittissimo e lungo fuoco di sbarramento a scopo di confusione e di disorientamento: 'Questo documento è fuori contesto'; quest'altro  è un falso; questo è interessante ma si vedrà in seguito; questo ancora un documento scritto ma fenicio e non nuragico; questo un prodotto nuragico di 'imitazione' con lettere fraintese; questo invece bizantino o fenicio punico; questo neopunico o tardo romano'. Non è servito il piano di insinuazioni, del discredito e della diffamazione, condotto ipocritamente 'generaliter', senza palle se non le palle del 'da dietro il muretto', con l'accusa del  'peccato' ma mai dei 'peccatori'. Non è servito il tentativo di isolamento del sottoscritto e dei suoi collaboratori, condotto sino ai mezzi estremi  della vigliaccheria più vigliacca con lettere anonime di diffamazione nelle università, allo scopo di intimidire e di rendere vani o inconsistenti gli aiuti 'scientifici' esterni. Non è servita la prassi delle telefonate internazionali per imbeccate a questo o a quel collega francese o tedesco disposto a fare quadrato corporativo, comunque. Con il disprezzo totale di ogni regola deontologica.
Non è servito il ricorso alla 'politica', con l'accusa martellante del sardismo culturale razzista di ispirazione nazista; accusa infarcita di espressioni e stilemi partiti da fuori, da Istituti Italiani di Storia e Protostoria,  pappagallescamente ripetuti da frilli in ogni cantone dell'Isola. Non è servita la compiacenza  di 'colleghi' di combricole e di corporazioni universitarie inclini spesso al ricatto delle carriere pur di tenere a freno giovani ricercatori amanti del nuovo e del vero. Non è  servito il lancio permanente di sterco  di coprofili e di vecchi pornologi, oggi attivamente ricercati (e forse già nel mirino) dalla Polizia postale in Italia e in Sardegna, imprudenti riesumatori di nostalgiche commedie goliardiche alla Ifigonia. Non sono serviti i reiterati sforzi per ottenere proscinesi, mansuetudine e timore attraverso carabinieri, indagini, perquisizioni purchessia (richieste più volte e mai ottenute) e aule giudiziarie. Non è servito il mettere bavaglio a giornali, a bollettini e a riviste, né rendere muti, su certi temi 'gridati' e sotto gli occhi di tutti, gli incontri e i convegni sardi, italiani e internazionali. Non è servita la più pura menzogna, con relazioni, indecorose per altissimi ambiti istituzionali, circa documenti inesistenti o sconosciuti a certi uffici. Non è servito l'accanimento feroce di quattro lunghissimi anni contro un giornalista di prim'ordine, titolare e conduttore di uno dei Blog più seguiti ed amati della Sardegna e seguito in tutto il mondo. Non sono servite note e noterelle bugiarde di libri di 'bugiardi' incalliti, vergogna incredibile  della ricerca scientifica sana e aperta. Non sono servite mostre fasulle quanto pretenziose, esito puro di squallida ripicca del potere reazionario, ospitate in Musei guidati e controllati da pochi 'feniciomani', da disinvolti costruttori di ideologia archeologica con il vessillo della 'mortificazione' ad ogni costo, da persone che, dati alla mano,  ignorano anche le conoscenze le più elementari dell'epigrafia.   No, Gianfranco, come sai non è servito a nulla, proprio a nulla, decisamente a nulla. Mai fatica e sforzi nella storia della ricerca scientifica furono più sprecati come in questo caso!  E il motivo è molto semplice: quello che ancora una volta (e saranno tante, tantissime ancora) ci spingerà domani o dopodomani, la prossima settimana, i prossimi mesi e i prossimi anni (almeno spero!), ad intervenire in questo Blog. Il fatto cioè che balzano continuamente fuori i documenti della scrittura sarda nuragica dell'età del Bronzo finale e del I Ferro (ma, come sembra, anche di quella successiva)   Il tuo Blog specializzato, con determinazione  'messo contro', come tu hai scritto una volta, un 'giornale' di assoluta libertà, con centinaia di articoli sull'argomento e migliaia di post a commento, la Mostra Didattica Permanente della scrittura nuragica di Macomer, i tre Corsi di Epigrafia Nuragica di Oristano, la ormai nota  'griglia' di Sassari, l'aiuto in termini rigorosamente scientifici di una ricercatrice parmense di caratura mondiale, hanno fatto in poco tempo quasi un  miracolo nella ricerca: oggi, dati statistici alla mano, si viaggia con una media di 4/5 documenti di scrittura nuragica al mese. Praticamente uno alla settimana. Io non so se in Siria - Palestina, luogo d'origine di una certa tipologia di scrittura, che influenzò certamente quella sarda, ci sia lo stesso ritmo quanto a rinvenimenti. Credo proprio di no.  E' ormai un passaparola continuo sull'esistenza di una certa documentazione, la quale non aumenta più, anche 'popolarmente', su basi di incertezza (scrittura nuragica sì o scrittura nuragica no) ma su basi di conoscenze di forme e di contenuti ormai acquisiti. Infatti, fino a qualche anno fa erano il sottoscritto con Aba Losi e qualche altro a fare da apripista, in grado cioè di  'leggere', di dire e di argomentare. Oggi sono in molti e sempre di più coloro che anticipano la 'lettura' e che sanno affrontare epigraficamente (e talvolta con sagacia critica) testi molto complessi dell'antichissima scrittura a rebus dei Sardi. Oggi si ricevono sempre più raramente segnalazioni dove a 'scrivere' è stato l'aratro antico o quello recente e non l'homo scribens callidus, lo scriba di migliaia di anni fa. Lo scriba della grande Chedossene dei segni sacri dei Tori Giganti Signori Giudici e dei loro luminosi Padre e Madre  celesti.   

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