Circa un mese fa, Gianluca Minotti mi domanda: «Hai mai scritto un libro a quattro mani?»
Io prima rido, poi rispondo: «Ma come ci pensi? Cioè voglio dire… il processo della scrittura è una faccenda così intima, imprescindibile da una certa solitudine. Non è mica condivisibile. Certo che no. »
Gianluca Minotti è solo un po’ incerto, in quanto umano: «Se non lo hai mai fatto, però, come fai a esserne tanto sicura? Per me non è come dici.»
«No, no, è come dico » perché invece io, in quanto donna, non ho incertezze. «E’ da irresponsabili anche solo pensare di farlo.»
Gianluca Minotti incalza: «Ma se ti chiedessero di farlo, cosa risponderesti?»
Io, quasi allibita: «Risponderei di no, che non è per me.» Poi rido. « No, davvero, ma siamo pazzi?»
Gianluca Minotti aspetta che io finisca di ridere, poi mi chiede: «Allora?»
«Allora cosa?»
«Allora lo scriviamo o no, un libro a quattro mani?»
Io lo guardo e rispondo: «Sì, va bene.»
Io e Gianluca Minotti stiamo scrivendo un libro a quattro mani.
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