Scrivere libri per ragazzi: Angelica Moranelli
Angelica Elisa Moranelli è nata a Napoli nel 1979 ma sarebbe voluta nascere nel XIX secolo, se solo ci fossero già stati i computer e internet. Si è laureata e specializzata in Archeologia e poi ha cambiato idea (lo fa spesso). Vive a Salerno e per lavoro si occupa di social network, grafica e web design. Le piace scrivere mescolando ironia, mondi fantastici e tradizioni popolari, ispirandosi ai suoi scrittori fantasy preferiti, fra cui J.R.R. Tolkien, J.K. Rowling, George R. R. Martin, Philip Pullman, Neil Gaiman e ai "racconti di streghe" dei suoi nonni. Ama disperatamente viaggiare, la fotografia, il rum e il cibo brasiliano. Adora i supereroi e simpatizza per gli zombi. Sogna una casa in campagna con una biblioteca infinita.
Per i giovani si scrive non dimenticando cosa vuol dire essere giovani. I ragazzi ne hanno abbastanza di regole, di insegnamenti, di moralismi: io ricordo molto bene cosa volevo a tredici anni. Volevo avere il potere di realizzare i miei sogni, mi sentivo chiusa da strutture sociali che non mi soddisfacevano e allo stesso tempo pronta ad evadere e realizzare il mio cammino. I ragazzi vogliono che qualcuno dica loro: non preoccuparti, è normale sentirsi tristi, costretti, incapaci. Davanti a te c'è un cammino scintillante, seguilo, percorrilo, osa.
Questo è lo spirito che metto ogni volta che scrivo qualcosa indirizzato ai ragazzi.
- Come si sceglie una particolare tematica?
Per me è semplice: io scrivo fantasy. Il fantasy ti permette di affrontare ogni argomento da una prospettiva più allettante. Scelgo le tematiche ricordando sempre cosa mi piaceva leggere da ragazzina: mi sentivo spesso diversa dagli altri e quindi molto spesso scrivo di protagoniste che hanno bisogno di farsi un po' le ossa con la vita prima di poter trovare il loro posto nel mondo.
- Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?
In un libro per ragazzi devi saper affrontare ogni cosa da un punto di vista diverso. Evitare i facili moralismi e rimanere con i piedi ben piantati nelle convinzioni che si hanno a tredici anni non è facile per un adulto. E' una sfida molto interessante, comunque.
- Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?
Perché i giovani sono il futuro, sono quelli più recettivi, riescono ancora ad appassionarsi davvero ad una storia. E' una soddisfazione ricevere i commenti di ragazzi che hanno vissuto le tue avventure e continuano a viverle anche dopo aver finito il libro. Per i ragazzi non esiste ancora quella separazione tra reale e fantastico che noi adulti conosciamo così bene