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Scrivere per farsi capire

Creato il 23 gennaio 2011 da Leliosimi @leliosimi

La semplicità è un prodotto ultimo, qualcosa che si raggiunge faticosamente e facilmente, invece, si può smarrire. Nella scrittura giornalistica dovrebbe essere un obbligo più che una scelta stilistica. Tanto più se ci si occupa di giornalismo scientifico come  Tim Radford che per oltre trent’anni è stato science editor al Guardian (ma si è occupato anche di molto altro: letteratura, arte, cultura).  “Life is complicated, but journalism cannot be complicated” dice Radford che in questi giorni ha pubblicato nell’edizione online del quotidiano inglese: A manifesto for the simple scribe – my 25 commandments for journalists, un divertito (e divertente) condensato di un lungo percorso professionale attraverso 25 regole all’insegna del  buon senso e sense of  humor.

Nello scrivere il suo “manifesto”  Radford dimostra la leggerezza di chi, nonostante la vasta esperienza professionale, ha voglia ancora di divertirsi con i “ferri del mestiere” e una modestia sufficiente per rimanere alla larga dal ruolo di Grande Dispensatore di Verità. Ecco così che la lettura dei consigli di Ratford ai giovani giornalisti (che possono tranquillamente valere anche per chi alle prime armi non è) risulta molto piacevole e con diversi spunti di riflessione.

Ne ho tradotto solo alcuni punti, per tutti e 25 ovviamente vi rimando alla lettura completa dell’articolo:

1. Quando vi sedete a scrivere, c’è una sola persona importante nella vostra vita. Questa persona, che mai incontrerete, si chiama lettore.

2. Non state scrivendo per impressionare lo scienziato che avete appena intervistato, né il professore con il quale vi siete laureati, né l’editor che stupidamente non vi ha pubblicato, o il tipo pittosto interessante che avete appena incontrato a un party e che vi ha raccontato che fa lo scrittore. E nemmeno vostra madre. State scrivendo per impressionare qualcuno aggrappato alla maniglia della Metro tra Parson’s Green e Putney, che smetterà di leggere in un quinto di secondo, dateli una possibilità.

11. Un’osservazione. Non iniziate mai a scrivere finché non avete deciso quello che dovrà essere “l’unica cosa davvero importante”, e poi ripetetela in una sola frase. Chiedetevi inoltre se potete immaginare vostra madre ascoltare questa frase per più di un microsecondo mentre sta stirando. Se tentate di vendere a un editor un’idea per un articolo, otterrete lo stesso livello di attenzione, quindi fate attenzione a questa frase. Spesso – non sempre, ma spesso – è la prima del vostro articolo, comunque.

12. C’è sempre una prima frase ideale – una intro, una via d’ingresso  - per ogni articolo. Aiuta davvero pensarci prima di iniziare a scrivere, perché si scopre che le frasi seguenti si scrivono da sole, molto rapidamente. Questa non è la prova che siete superficiali, piatti e poco profondi. Ma nemmeno eccezionalmente dotati. Significa semplicemente che avete messo la prima frase giusta.

22. Leggete. Leggete un sacco di cose diverse. Leggete la Bibbia anglicana, Dickens, le poesie di Shelley, i fumetti della Marvel e i thriller di Chester Himes e Dashiell Hammett. Guardate le cose sorprendenti che si possono fare con le parole. Notate il modo in cui è possibile evocare interi mondi nello spazio di mezza pagina.

Tim Radford A manifesto for the simple scribe – my 25 commandments for journalists (guardian.uk.co)

Scrivere per farsi capire


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