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” SCS Gestioni e Padania Acque restituiscano agli utenti il 7% rimasto nelle bollette dopo i referendum”

Creato il 09 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

I massmedia di potere hanno fatto di tutto per far dimenticare i fastidiosissimi referendum di due anni, raccontando le favole più strane. La battaglia sarà certo difficile, ma i referendum sono legge, come chiarito dalla corte Costituzionale, e vanno fatti valere, dato che i gestori hanno fatto finta che nessuno sia andato a votare. L’Ordine del Giorno della federazione della Sinistra, approvato dal consiglio comunale di Crema, ha un valore elevato.

Giovedì 7 novembre è stato approvato nel consiglio comunale di Crema un importante O.d.G. che chiede, ad SCS Gestioni e Padania Acque, la restituzione degli importi tariffari derivati dalla remunerazione del capitale del 7% indebitamente inseriti in tariffa, nonostante l’esito referendario del giugno 2011 lo abbia cancellato a furor di popolo.
Hanno votato a favore, oltre che i partiti e le liste civiche che governano la città, il M5S e la Lega, con il solo voto contrario degli esponenti del centro destra (PdL e Cose buone per Crema), preoccupati unicamente di non disturbare i manovratori soprattutto quando rappresentano gli interessi dei poteri forti che vorrebbero lucrare sul bene acqua, anziché tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini – utenti cremaschi.
In calce l’Ordine del giorno approvato.
Cordiali saluti,
Mario Lottaroli e Piergiuseppe Bettenzoli
Consiglieri Comunali Rifondazione Comunista
Federazione della Sinistra

Il Consiglio Comunale di Crema
premesso che:
in data 12 e 13 giugno 2011 l’art.154 d.lgs. n.152 del 2006 è stato parzialmente abrogato con un referendum popolare, con la cancellazione, tra i componenti della tariffa del sistema idrico integrato, della “remunerazione del capitale investito”;
nella nostra città, il 94,35% dei votanti ha votato SI al II Quesito Referendario, chiedendo che fosse rimossa dal computo della tariffa, la quota relativa alla remunerazione del capitale investito;
la Corte Costituzionale con la sentenza n.26 del 2011, ha dichiarato costituzionalmente ammissibile il quesito referendario ha chiarito che la normativa residua è immediatamente applicabile senza necessità di attendere alcun intervento legislativo;
che l’esito abrogativo si è già prodotto in quanto il risultato referendario è stato sancito con il Decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2011, n.116 pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.167 del 20 luglio 2011;
che la Corte Costituzionale, con la sentenza 199/2012, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, poiché questo viola “il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare”;
che il Consiglio di Stato con il parere n. 267 del 25 gennaio 2013, sostiene che il criterio dell’adeguatezza della remunerazione dell’investimento, a partire dal 21 luglio, è stato applicato illegittimamente poiché in contrasto con gli effetti del referendum del 12 e 13 giugno del 2011;
considerato
che l’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona non ha ancora apportato modifiche alla tariffa che i cittadini pagano per il servizio;
chiede
al Sindaco e alla Giunta di attivarsi affinché nella nostra città l’Ufficio d’Ambito Provinciale di Cremona, SCS Gestioni e Padania Acque restituiscano ai cittadini cremaschi gli importi corrispondenti alla remunerazione del capitale investito compresi in bolletta, ma non dovuti.
Crema, 15 aprile 2013
Mario Lottaroli e Piergiuseppe Bettenzoli

45.284838 9.845946

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