In Campania una ragazza era stata sorpresa dai professori mentre, durante l’esame di maturità, tentava di copiare contenuti dal proprio smartphone ed è stata esclusa dalla commissione esaminatrice. La ragazza ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ed è riuscita a non giocarsi l’anno.
Perché? A quanto pare, prima ancora dell’esito dell’esame, debba essere valutato il percorso scolastico nel suo insieme per tutti gli anni precedenti alla maturità. Il curriculum scolastico della studentessa era eccellente per cui è stato ritenuto un errore escluderla dalla prova finale.
Il provvedimento è motivato dall’articolo 12, comma 5 dell’Ordinanza Ministeriale 41/2012 che cita: «I candidati saranno pertanto invitati a consegnare alla commissione, nei giorni delle prove scritte, telefoni cellulari di qualsiasi tipo (comprese le apparecchiature in grado di inviare fotografie e immagini), nonché dispositivi a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere. I candidati medesimi saranno avvertiti che nei confronti di coloro che fossero sorpresi ad utilizzare le suddette apparecchiature è prevista, secondo le norme vigenti in materia di pubblici esami, la esclusione da tutte le prove».
La studentessa ha presentato ricorso al Tar della Campania che ha respinto la richiesta perché, come la giovane faceva notare, nell’Ordinanza è specificato “pubblici esami“, quindi gli esami per i concorsi pubblici ma il Tribunale ha spiegato che anche gli esami di Stato adottano le sanzioni previste in materia di concorsi pubblici. Il ricorso però al Consiglio di Stato le ha dato ragione.
Copiare si può, ma anche in questo caso, la legge varia da caso a caso e non conta ciò che è stato messo “nero su bianco” perché vige sempre l’interpretazione.