Di apprendimento della lettura e della scrittura abbiamo già iniziato a parlare qui, pensando come la letteratura potesse provare ad aiutare da un punto di vista magari poco consueto: ossia, la motivazione. Chi si è trovato a confrontarsi con queste tematiche sa bene quanto sia importante e quanto sia, d’altra parte, solo uno spunto quello che è stato offerto.
Anche l’editoria si sta oggi muovendo per aiutare noi e questi ragazzi. L’editore “Il Melograno”, che ha sede a Milano, è anche una cooperativa sociale (un’impresa “due volte etica”); realizza i suoi prodotti con il lavoro di persone svantaggiate e già questo è un punto di non poco interesse per il mondo dell’editoria della scuola. Con il motto “Siamo semplici!” sta pubblicando una serie di quaderni funzionali all’apprendimento per persone con disturbi specifici dell’apprendimento, ma non solo.
Si tratta di testi e strumenti appositamente pensati sin dalla veste grafica: dei quaderni ad anelli con schede mobili, che permettono di inserire gradualmente gli argomenti senza fare confusione, di variare l’ordine con cui si affrontano gli argomenti, di aggiungere schede appositamente pensate da alunni e insegnanti per rendere il quaderno più completo e personalizzato. È evidentemente un’operazione meritoria, che parte da concrete esperienze didattiche. Lentamente il numero delle opere si sta allargando, e comprende diverse discipline, con gradi di difficoltà differenti per gli appositi ordini di scuola: Italiano, Matematica (e Geometria), Scienze, Inglese, Spagnolo, Francese, Latino. Predispone inoltre sussidi didattici appositamente pensati, come “Il Mio quaderno”, pensato “per tutte le materie e per tutti gli studenti”, ma in realtà una vera ghiotta occasione per chi ha difficoltà ad orientarsi nello spazio simbolico della pagina bianca.
Prendere in mano alcuni di questi testi apre una finestra e ci permette di interrogarci sul modo in cui ci rapportiamo all’apprendimento.
Un esempio. “Il quadernino delle regole di italiano”, di Milena Catucci, riassume e schematizza la grammatica che serve, sia per la scuola primaria che per la secondaria di primo grado. Si ripromette di portare i ragazzi a pensare che studiare da soli sia più facile, gestendo determinati processi di pensiero che non sono automatici per i ragazzi con DSA. Vengono passate in rassegna l’ortografia, la morfologia e la sintassi, fornendo semplici schede colorate e di immediata consultazione per gestire senza problemi le regole più comuni e indispensabili. Molto ben pensate le schede per l’analisi facilitata, che permettono di gestire il lavoro dell’analisi grammaticale attraverso delle crocette, mantenendo e garantendo il processo logico e evitando l’inutile pena di ricordare liste infinite di nomi e categorizzazioni. È evidente che non si può pensare di lasciare gli studenti da soli con quest’opera, ma bisogna accompagnarli passo dopo passo a scoprirne le funzionalità e le potenzialità, in modo da renderlo uno strumento di uso comune.
“Latino in regole”, invece, sembra più pensato come schema riassuntivo per qualsiasi studente che come strumento da cui un ragazzo con DSA possa realmente beneficiare. L’uso di colori, schematizzazioni e simbologie varie, pur ben strutturato, non si allontana poi molto dal lavoro quotidiano che certi insegnanti fanno per rendere accessibile questa lingua ai propri studenti; può anche essere che permanga l’idea che, per i dislessici, lo studio del latino sia poco produttivo o forse inarrivabile. Sarebbe, naturalmente, un peccato.
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