Nei prossimi giorni dovrebbe essere pubblicato un bando di concorso per tutti coloro che da tempo sperano di ottenere una cattedra. Come annunciato da IlMattino.it, questa potrebbe essere per molti una grande opportunità, o forse l’ultima, di poter assicurarsi un posto fisso. Questa volta ad essere assunti saranno migliaia di aspiranti docenti, che nel giro di tre anni riusciranno finalmente ad insegnare nelle scuole.
Per il concorso sono previste prove preselettive per le classi di concorso, prove scritte e orali che dovrebbero essere completati entro giugno.
“Noi siamo pronti a partire – ha dichiarato Luisa Franzese, dirigente scolastico regionale – e stiamo già contattando le singole scuole per organizzare la logistica”.
In Campania si prevedono circa 10mila cattedre, ma al momento nulla è sicuro: “Il ministero nei mesi scorsi – spiega Noberto Gallo, leader dei precari della Cgil – ha detto di essere pronto a mettere a concorso 60 mila cattedre, a queste bisogna aggiungere le 18 mila restate vuoti dopo la «fase c» del piano della Buona scuola. In tutto ci saranno circa 80 mila posti disponibili e di questi, secondo i nostri calcoli, circa 10 mila saranno in Campania”.
Proprio in Campania, nonostante l’elevato numero di assunzioni, in molti saranno però costretti a spostarsi: “Ci saranno molti buchi d’organico in Campania, ma i giovani meridionali saranno comunque costretti a spostarsi considerato che la legge 107, la cosiddetta Buona Scuola, prevede la mobilità straordinaria. Molti degli immessi in ruolo negli ultimi mesi sono meridionali che chiederanno il riavvicinamento andando a riempire tutti i posti vacanti e quindi per il prossimo concorso, che sarà su base nazionale, nel primo anno non ci saranno cattedre disponibili”.
“Entro febbraio – ha dichiarato Rosanna Colonna della Cisl – dovrà essere pubblicata l’ordinanza e tutti i docenti neoimmessi in ruolo dovranno presentare la domanda di trasferimento. Quelli della fase A e 0 dovranno scegliere sedi nella provincia, gli altri dovranno fare una domanda nazionale indicando un ordine di preferenza e potrebbero essere costretti a cambiare provincia. Nel frattempo quelli che sono fuori sperano di rientrare e sono preoccupati dalla nascita degli ambiti perché non avranno titolarità in una scuola, ma un ambito”.