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Scuola pubblica, tutti contro Berlusconi Il premier: "Mie parole travisate dalla sinistra"
Creato il 27 febbraio 2011 da Gheza1978BERSANI - "Con richiami di sapore antico, Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l’intelligenza e la coscienza civile del Paese. All’elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo", afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "La scuola pubblica -aggiunge- è nel cuore degli italiani. È il luogo in cui l’Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica e non permetteremo che Berlusconi la distrugga".
Si aggiunge l'aspro commento di Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale del PD: "A Berlusconi, amico di dittatori e rais, e ballerino di bunga bunga, da’ fastidio la scuola pubblica, perche’ e’ scandalizzato dalla cosa piu’ pericolosa che la scuola produce: il pensiero", dichiara.
FLI: SIAMO CON LA SCUOLA PUBBLICA - Piuttosto accesa anche la risposta di Italo Bocchino: "Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale immersa culturalmente nell’Italia di Giovanni Gentile screditare così il grande patrimonio educativo, istruttivo e culturale rappresentato dalla nostra scuola? - si chiede l'esponente Fli - Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale mortificare cosi’ il popolo di insegnanti sottopagati che ogni giorno forma i nostri figli? Il vero centrodestra, quello di Fini e di Fli, sta dalla parte della scuola pubblica, cosi’ come prevede la Costituzione, senza nulla togliere alla scuola privata, che in parte svolge una funzione molto positiva. In Italia esistono tre tipi di scuole private".
VENDOLA: E' IL CUORE DELLA CRESCITA - "Ci vuole un Paese, presidente Berlusconi, che investe nella scuola pubblica perchè è il cuore della crescita economica", dice invece Nichi Vendola, dal palco del Palatende a Strisce, rispondendo alle critiche pronunciate ieri dal premier sulla scuola pubblica.
"Capisco - ha aggiunto il leader di Sel rivolgendosi al premier - che lei sente inimicizia verso la scuola pubblica perchè è stata la crisi della scuola pubblica nel quindicennio delle sue televisioni a creare un’egemonia culturale che serve a questa classe dirigente ad avere una generazione narcotizzata dal trash e dalla pornografia".
ROMITI: CHIEDA ALLA GELMINI DI DIMETTERSI - "Sono stato molto dispiaciuto dalle affermazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica - dice Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia -Cina a Skytg24 - Se il premier è convinto di quello che ha detto deve chiamare il ministro dell’Istruzione e chiedergli di dimettersi. Gli insegnanti - afferma Romiti - ci mettono molta abnegazione e amore. Si sacrificano".
SINDACATI: SCUOLA E' PLURALISMO - Ai sindacati della scuola non sono piaciute le parole pronunciate da Berlusconi: il segretario generale della Uil Scuola ha risposto al premier dicendo che "la stragrande maggioranza degli insegnanti svolge la propria professione con impegno, competenza, passione, dedizione", e quindi "rappresentare in modo 'complessivamente negativo' la scuola pubblica, significa riferirsi negativamente all’insieme della scuola italiana, quella frequentata dal 93% degli studenti".
PRESIDI: ERRORE MACROSCOPICO - "Pensare a una scuola statale orientata verso una sola parte politica e per di più contro le famiglie, mi sembra un errore macroscopico", afferma, in un’intervista a ‘La Repubblica', Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi (Anp), riferendosi alle affermazioni del premier Silvio Berlusconi sulla scuola statale. "La mia esperienza personale - prosegue - mi dice che pensare a interi corpi docenti che si schierano dalla stessa parte, contro le famiglie o per una stessa parte politica, mi sembra davvero improbabile".
LA REPLICA - "Come al solito anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose", è stata la replica di Silvio Berlusconi."Desidero chiarire nuovamente, senza possibilità di essere frainteso, la mia posizione sulla scuola - ha affermato il premier - Il mio Governo ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell’Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell’educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati".E ha aggiunto: "Questo non significa non poter ricordare e denunciare l’influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all’educazione dei figli. Le mie parole, perciò, non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario - ha concluso il premier - come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d’insegnamento ma anche ripudio dell’indottrinamento politico e ideologico".
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