Gli scatti di merito “sono giusti”, alcuni insegnanti “non sono degni del loro compito”, le classi-pollaio “sono inaccettabili”, i ragazzi del Nord e del Sud “hanno lo stesso diritto di stare in scuole sicure”. Dei dettagli sui provvedimenti sulla scuola che stanno per approdare a Palazzo Chigi il presidente del consiglio, Matteo Renzi, stamani ha parlato poco. Intanto gli studenti, tramite la Rete degli Studenti, lanciano un appello contro il governo: “Una buona scuola senza studenti non si fa”.
(comprensivocesiomaggiore.it)
La proposta del premier Matteo Renzi per migliorare la scuola. Nel suo intervento conclusivo all’iniziativa del Pd “La scuola che cambia, cambia l’Italia” – aperta dall’Inno di Mameli e chiusa dalla Cavalleria Rusticana eseguite dalla Junior orchestra dell’Accademia di S. Cecilia – ha confermato però che la prossima settimana sarà presentato un doppio atto normativo (decreto legge e ddl delega). E ha annunciato che in cantiere c’è l’idea di consentire che il 5 per mille possa essere destinato anche alla cultura e alla scuola: “Daremo autonomia alle scuole in futuro, spero dal 2016, anche dal punto di vista economico. Sarà un meccanismo serio nel quale ciascun genitore e cittadino in dichiarazione dei redditi potrà indicare la singola scuola”.
All’interno della sala un gruppo di insegnanti ha contestato il premier Renzi. La contestazione da parte di un gruppetto di insegnanti presenti in sala lo ha soltanto un po’ infastidito. ”Fossero queste le contestazioni…” ha commentato assicurando che “dalla scuola riparte l’Italia” e che, pur ascoltando tutti, non consentirà “né paludi né paralisi”. Prima di lui qualcosa di più sul “progetto scuola”, in dirittura d’arrivo, hanno detto il ministro Giannini e il sottosegretario Faraone. “Cardine importante é un piano di assunzioni straordinario e la previsione di tornare ad assumere soltanto tramite concorso pubblico” ha sottolineato la titolare del dicastero dell’Istruzione per la quale due goal per cui esultare saranno certamente la sparizione delle graduatorie e l’introduzione di una carriera per gli insegnanti (“da sogno impossibile sta per diventare realtà praticabile”).
Ancora incertezza sul piano assunzioni per gli insegnanti. Sul numero preciso delle assunzioni che si faranno a settembre (“imponente”), il ministro Giannini non si é voluta sbilanciare (fra oggi e mercoledì incontrerà il Premier per le limature finali). Si sa però che probabilmente saranno inferiori alle circa 150.000 di cui si è parlato all’inizio. Si pescherà dalle graduatorie a esaurimento e con molta probabilità da quelle di istituto (e naturalmente vincitori di concorso e idonei) cercando di intercettare nel contempo i fabbisogni alla luce del potenziamento di alcune materie: arte, musica, lingue straniere. ”Dopo questo piano avremo 60.000 insegnanti in più rispetto al numero complessivo dei docenti italiani. Questo vuol dire – ha spiegato Faraone – che creeremo nuove classi di infanzia dove non ci sono, amplieremo il tempo scuola nel primo ciclo, allargheremo gli insegnamenti”.
L’idea è quella di voltare pagina. Non è un caso che stamani in veste di conduttori siano saliti sul palco gli studenti di Radio Kennedy (dell’omonimo liceo romano), emittente frutto di un progetto di alternanza scuola-lavoro e che si sia dato spazio alla voce di “innovatori” come Guendalina Salimeni, architetto che, oltre ad aver ispirato con il suo progetto per il recupero di Corviale il film “Scusate se esisto” ha lavorato alla riqualificazione di una scuola romana o Maria De Biase, preside dell’Istituto comprensivo Teodoro Gaza, nel Cilento, promotrice dell’eco-merenda (pane e olio al posto delle ‘merendine’) e di attività di compostaggio. Perché a scuola “non ci si deve ‘spallare’, non ci si deve annoiare e sentire il sapere lontano da sé”, per dirla con le parole di Luigi Berlinguer che con un appassionato intervento sull’arte e la musica tra i banchi ha raccolto un lungo applauso con standing ovation e un abbraccio dal premier Matteo Renzi.
“Una scuola buona per davvero”, l’appello lanciato dagli studenti attraverso un flash mob davanti al ministero dell’Istruzione. Un appello, a sei mesi di distanza dalla presentazione del piano scuola e a tre mesi dalla chiusura delle consultazione online ed offline, che vuole mettere in evidenza le proposte “pensate” dagli studenti perché siano coinvolti nel processo di riforma del governo. “Una buona scuola senza studenti non si fa”, dichiara la Rete degli Studenti. L’appello è stato sottoscritto “già da oltre 600 rappresentanti di istituto di tutta Italia”. ”Dopo questo autunno di mobilitazione in cui gli studenti italiani sono scesi in piazza chiedendo un reale coinvolgimento nel processo di rivoluzione della scuola italiana – afferma Alberto Irone, portavoce nazionale di Rete degli Studenti medi- e dopo la nostra partecipazione alla consultazione ed ai momenti di dibattito in cui abbiamo esposto le nostre proposte frutto di un’elaborazione capillare tra gli studenti, oggi vediamo che comincia il percorso legislativo del piano scuola. Vediamo, purtroppo, come non sia cambiato molto nelle parti che secondo noi sono più preoccupanti. Allora – continua Irone - abbiamo deciso di rilanciare sulle proposte degli studenti per una riforma della scuola che sia veramente rivoluzionaria. Abbiamo deciso di scrivere le nostre proposte per una scuola veramente buona, pensata dagli studenti per gli studenti, abbiamo così creato ‘I 10 punti per una Scuola Buona per davvero’ che in queste ore stanno riscuotendo un grande successo tra i rappresentanti di istituto di tantissime scuole di tutta Italia”. (ANSA)