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Scuola, Sud perderà centinaia di docenti

Creato il 06 aprile 2014 da Makinsud

La Scuola italiana è uno dei punti di criticità maggiori del nostro Paese per quanto riguarda diversi aspetti, dall’edilizia scolastica, al sovraffollamento delle classi, alla situazione dei docenti costretti a svolgere il loro lavoro in situazioni di vera e propria emergenza, percependo uno stipendio inadeguato se rapportato a quello dei colleghi europei e, per molti di essi, senza una stabilità occupazionale. Il problema del precariato scolastico è, infatti, una triste realtà di cui, oltre agli insegnanti, pagano dazio anche gli allievi che non possono contare sull’adeguata continuità didattica alla luce del fatto che i supplenti non possono avere alcuna garanzia in merito alle future sedi di destinazione: tutto dipende dalle “nomine” di scuole e Uffici scolastici provinciali. Una vera e propria roulette.

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In questo già di per sé difficile scenario si inseriscono i dati più che allarmanti relativi al prossimo anno scolastico 2014/2015, e per quelli immediatamente seguenti, in termini di organici docenti nonostante si registri un confortante +34 mila iscrizioni di alunni. Ciò che bisogna evidenziare è che l’organico di diritto dei docenti resterà fermo a quota 600.839 a fronte del blocco degli organici e che a fare le spese di tale situazione saranno ancora una volta le Regioni del Sud Italia. Sarà un po’ come immaginare il noto “gioco delle tre carte” – così come sostenuto dal sindacato della Scuola Anief – considerando che gli organici docenti devono rimanere fermi, che in alcune Regioni (del Centro-Nord) le iscrizioni aumentano e che, di conseguenza, si decide di tagliare posti laddove le iscrizioni sono inferiori facendo in modo da spostare le cattedre da una Regione all’altra, per mantenere invariato il saldo globale.

I dati sono realmente allarmanti per le Regioni del Meridione dove nei prossimi anni la Scuola italiana taglierà centinaia e centinaia di cattedre docenti: 14 in Abruzzo, 58 in Basilicata, 183 in Calabria, 387 in Campania, 33 in Molise, 340 in Puglia, 27 in Sardegna e ben 504 in Sicilia. Al contrario, fatta eccezione per l’Umbria che registrerà un più contenuto -11, tutte le altre Regioni del Centro-Nord vedranno aumentare gli organici docenti. Secondo il sindacato Anief, dunque, è assolutamente necessario rivedere e ripensare la modalità di assegnazione degli organici docenti, svincolandola dal numero degli iscritti facendo in modo da evitare di considerare la Scuola come una fabbrica di robot e considerando che il Sud e le Isole avrebbero bisogno di maggiori risorse – umane e finanziarie – per far fronte adeguatamente a quello che è il dramma della dispersione scolastica.

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