Primi segnali di un calo di apprezzamento nel governo che prepara misure difficili per far fronte alla crisi
(Paolo Natale - EUROPA)
Non sapremo mai se queste esternazioni nuocciano davvero a Renzi, oppure non siano in realtà le benvenute, per smarcarsi in maniera ancora più evidente da un passato che non piace forse più. Il dibattito in merito è in fermento, in questi giorni, sui blog, sui network, alle Feste dell’Unità. Chi insulta D’Alema, chi insulta Renzi, in una logica sempre più arida di contenuti ma sempre più ricca di contumelie a volte un po’ gratuite, sul modello dei commenti di molti sostenitori del M5S, e anche di alcuni ospitati da questo stesso giornale: sei il nuovo Berlusconi, oppure, sei una vecchia cariatide, e così via. Un dibattito non certo splendido.
Ma su una cosa Massimo D’Alema ha forse ragione. Il governo non pare finora aver fatto moltissimo: accanto ad alcuni provvedimenti certo significativi (come ad esempio i famosi 80 euro), sono stati molti gli annunci di una mini-rivoluzione che per ora non si è realizzata. Magari non per colpa del governo, in carica in fondo da pochi mesi, magari a causa della difficoltà di mantenere unite forze non propriamente identiche.
Gli italiani, anche tendenzialmente favorevoli al nuovo primo ministro, iniziano però pian piano a comprendere che i cambiamenti non possono venir attuati in un periodo molto breve. I tempi si allungano, le attese restano tali, l’economia non decolla così all’improvviso.
Resta alta la fiducia in Renzi e nel suo governo, non c’è dubbio, ben oltre le pur rosee aspettative descritte dalle lune di miele dei primi mesi di ogni esecutivo. Ma l’inizio di un calo sembra già avvertirsi: i primi segnali arrivano proprio in corrispondenza dei primi ovvi provvedimenti che si debbono prendere per far fronte alle urgenze economiche. Niente pensioni più rapide per alcune categorie, niente scatti di anzianità per i dipendenti pubblici, blocchi degli stipendi per le forze dell’ordine, scarsa concertazione con le forze sociali. Tutti elementi che, in prospettiva, non faranno certo crescere la fiducia e il favore per questo governo e per il suo premier. E quando si inizieranno a scontentare ancor di più alcune delle fasce sociali che dovranno ridurre il proprio potere d’acquisto, o le proprie rendite, sarà scontata una diminuzione ancor più repentina dell’indice di popolarità di Renzi.
In quei frangenti avranno buon gioco le opposizioni, il Movimento 5 Stelle innanzitutto, nel sottolineare la “negatività” sociale di quei provvedimenti e, contemporaneamente, le difficoltà economiche che il paese dovrà ancora affrontare. Perché le cose dovranno procedere in questo modo, per poter ritrovare un giorno la luce: i sacrifici dovranno essere fatti da molti, come nel passato. E come nel passato il principale imputato sarà il governo in carica, che sia o che non sia quello il vero colpevole. Con chi dovrebbero prendersela i cittadini?
Come dicevo, le prime avvisaglie già si notano in questi primi giorni settembrini, quando l’apprezzamento nell’esecutivo vede una piccola ma significativa diminuzione. Ma cosa accadrà quando si prenderanno i provvedimenti più difficili? Due sono i fattori che possono salvare Matteo Renzi: la sua capacità, ancora presente, di far intravedere un futuro diverso (i mille giorni) e la mancanza di una qualsivoglia alternativa politica. Nessun altro leader è apprezzato come lui, nemmeno lontanamente; nessuna altra forza politica è capace di minacciare la supremazia indiscussa del Pd.
L’azione del governo, almeno per i prossimi mesi, non può venir sconfitta da nessun altro pretendente, se non dalla propria eventuale incapacità. È libera. Ma i cittadini danno loro carta bianca ancora per poco. Un anno, due al massimo. Poi arriverà la resa dei conti.
Paolo Natale
Forse Renzi non ha avuto tutto il tempo che serve per fare le cose che ha annunciato di voler fare, ma ha avuto tutto il tempo necessario per dimostrare di non essere in grado di farle. Assoluta incapacità di scegliere con un grano di sale le priorità, ignoranza totale dell'economia, fanfaronismo, che lo porta a promettere sempre molto più di quello che questo paese può dare. La concessione "a scatola chiusa" di grande, spropositata fiducia nell'ennesimo "ghe pensi mi" della politica è stata assolutamente distante, anni luce, dal valore del personaggio.
E attenzione anche a definirlo "Grande Comunicatore". Una volta c'era la Merlino che ogni mattina ci informava del tweet di renzino alle sette del mattino, col quale informara urbi et orbi che stava già lavorando per noi. Ora questa politica di illustrazione di programmi complessi in 160 battute spazi inclusi, lo sta trascinando nel ridicolo, frutto di battutacce da Bagagliono, e quando per personaggi di questa fatta la luna di miele finisce, non finisce dolcemente.
Un anno, due al massimo???? Caro Natale, tutto il tempo che ormai Renzi ha davanti è quello per dettare la finanziaria (ammesso che ci riesca), e di incassare l'ennesimo NO alle richieste di allentamento dei vincoli di bilancio. Poi dovrà iniziare a riprendersi i mitici 80 euro con altri mezzi, e ... acca nisciuno ' fesso...
Tafanus
"Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo" (Abraham Lincoln)
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