Ho letto su Yahoo! che Angelina Jolie è troppo magra. C’è chi dice che sia anoressica, chi sostiene che sia solo stressata per il troppo lavoro (film, premiere, iniziative di solidarietà da una parte all’altra del pianeta, etc.).
Ora, visto che io sono uno di quelli che ritiene l’attrice statunitense una delle più belle creature che abbiano mai messo piede sulla terra, segno evidente della creatività artistica della Natura, la notizia non può certo rendermi impassibile.
Ecco perché invito ufficialmente Angelina a Palermo. “Me ne accollo” le spese, promettendo un tour de force tra le pietanze culinarie della città, concedendole di staccare la spina per un po’ da Hollywood. Insomma, mica si può sempre lavorare!
Già immagino la giornata, a partire dall’inizio. Ultimo piano di via Sedie Volanti, al Capo, vicino la piazza dei Beati Paoli. La sveglia non sarà necessaria: all’uopo ci penserà l’abbannìo (ore 8, minuto più, minuto meno). Colazione naturalmente a letto (potrei mai togliermi lo sfizio di vedere Angelina appena destata?). Sul vassaio: bouquet di gelsomino, una iris con ricotta, caffé corto e tre reginelle.
Poi, una volta che la Jolie ha enfatizzato coi “trucchi del mestiere” ancora di più il suo splendore, si va in strada, tra i colori e i suoni del vecchio mercato, in direzione della prima rosticceria. Infatti, è arrivato il momento dello “spuntino“delle 10: arancina (alla carne e/o al burro).
Successivamente passeggiata con questo itinerario: via Volturno, piazza Verdi, via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, fino ad arrivare all’Antica Focacceria per lo spuntino delle 12: bocconcino con panelle e crocché.
Ma è solo l’inizio. Un’altra passeggiata: via Maqueda, piazza Giulio Cesare, via Lincoln e poi la Kalsa! E sì, è il momento del pranzo. Tavola apparecchiata in mezzo alla strada. Certo, “ho fatto” un pensierino a Villa Giulia e ad una panchina appartata… ma Angelina è pur sempre una donna sposata (anche se ammetto di non essere geloso).
Eccoci al menù: antipastico con caponata di melanzane, pasta con le sarde al forno, tonnina ca cipuddata, una fettina di cassata e infine un caffé. Da bere, comunque, un vino rosso.
Successivamente una nuova camminata: smaltimento delle calorie sul prato del Foro Italico, facendo attenzione ai lasciti canini e ai fili degli aquiloni.
Intorno alle 17 giunge il momento di una granita di gelsi, nei paraggi. E poi ennesimo giro per le strade principali della città: corso Vittorio Emanuele (passando naturalmente per Porta Felice), via Roma, piazza Castelnuovo e viale della Libertà. Con un “coppo” di pistacchi e semenze, seduti su una panchina, chiaccherando sulla possibilità di Angelina di lasciare il marito e trasferirsi nei pressi della Zisa, il suo volto ha già un colorito diverso.
E sempre più famelica, arriviamo al momento della cena con un classico: pizza. Ma prima l’antipasto caldo e le bruschette. E birra, quella dei muratori: la Forst.
Giunti a fine serata. Angelina è visibilmente stanca ma soddisfatta. Si torna in via Sedie Volanti, ma in taxi. Il Capo stavolta è in silenzio. Splendido e romantico. Il resto? Sono fatti nostri…