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Se Aung San Suu Kyi fosse un uomo

Da Femminileplurale
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Shepard Fairey, "Aung San Suu Kyi"

Sul blog La ventisettesima ora c’è un articolo sul nuovo film di Luc Besson dedicato ad Aung San Suu Kyi. Tra tutti gli argomenti di cui si può trattare quando si parla di questa donna straordinaria qual è quello su cui si sofferma maggiormente l’articolo?

La scelta di San Suu Kyi di “abbandonare” marito e figli per il suo impegno politico, per la liberazione del suo popolo. Un passaggio saliente:

“Ha detto la produttrice del film Virginie Besson-Silla: “Mentre leggevo il copione non potevo fare a meno di chiedermi come una madre potesse fare una scelta simile… ed era così lontana dalla mia natura che volevo capire cosa l’avesse portata ad abbandonare tutto per la patria.”

e la chiusura delll’articolo:

“E i figli che hanno rivisto la madre solo dopo 10 anni di lontananza, quando lei, nel  2010, è stata infine liberata, che cosa hanno provato? Per loro la madre sarà un’icona da ammirare e amare o le serberanno rancore per avere anteposto al loro affetto un ideale più grande?”

Se Aung San Suu Kyi fosse un uomo non solo questo tipo di discorsi sarebbero inammissibili, ma oltretutto non verrebbero mai in mente a nessuno.

Se Aung San Suu Kyi fosse un uomo sarebbero solo affari che concernono il suo privato.

Invece siccome probabilmente per l’autrice dell’articolo donna = moglie + madre e basta, e siccome Aung San Suu Kyi è una donna, allora è necessario permettersi di giudicarne il privato.


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