Attraverso queste letture, mi sono sempre confrontato con un personaggio complicato, con un pensatore contro-, capace (ed è un'abilità somma) di saper trovare il buco nella tela, l'errore minuto come un ago in mezzo al pagliaio; capace di dire la sua e di esprimere il parere più duro possibile, come se non fosse solo l'esigenza di dare la propria opinione, ma di ribaltare quella altrui, di porci tutti di fronte ad una realtà che è più complessa di quello che abbiamo pensato, vero sprone nella sua radicalità.
E per questo è stato un grande maestro!
Probabilmente anche per questo, Giorgio Bocca viene oggi attaccato per presunte omofobie, razzismi o contegni anti-meridionali; perché si prende una parola o un articolo e se ne fa un assoluto. Estrapolando singoli pensiero scoordinati, disuniti, come se fossero tutto, come se bastassero (perché, in effetti, bastano per la stra-grande maggioranza degli altri giornalisti...).
Non ho modo di ricordarlo o di difenderlo più di quello che ho scritto qui, perché l'ho letto e basta. Soprattutto, perché credo che sappia ancora difendersi da solo, con le proprie parole, con un pensiero che non si riduce agli "ismi" e che si dimostra tuttora capace di criticare quel medesimo giornalismo che lo accusa dei peggiori vizi, incapace di leggere il reale, come lo è di leggere Bocca.