Se Bocca era omofobo, razzista, fascista e anti-meridionale: in mortem

Creato il 26 dicembre 2011 da Tiba84
Io lo ricordo soprattutto per alcuni libri comprati dai miei genitori e che si stagliano nella biblioteca di casa mia, L'inferno e Il provinciale in particolare, lo ricordo per qualche rara apparizione televisiva, per le sue parole caustiche, dure, per le sue pagine sull'Espresso, nella rubrica L'Anti-italiano dal titolo così evocativo e significativo.
Attraverso queste letture, mi sono sempre confrontato con un personaggio complicato, con un pensatore contro-, capace (ed è un'abilità somma) di saper trovare il buco nella tela, l'errore minuto come un ago in mezzo al pagliaio; capace di dire la sua e di esprimere il parere più duro possibile, come se non fosse solo l'esigenza di dare la propria opinione, ma di ribaltare quella altrui, di porci tutti di fronte ad una realtà che è più complessa di quello che abbiamo pensato, vero sprone nella sua radicalità.
E per questo è stato un grande maestro!
Non ho altro modo di ricordarlo, che la semplicità di parole che celavano percorsi di pensiero tortuosi e autorevoli. Giudizi franchi, diretti, ma onesti. Senza freni, come riportato in questo articolo sui contenuti di una video-intervista. Esempio, però, di un giornalismo e di un'intelligenza diversa da quella comune. Che univa la grande capacità di leggere il reale senza distrazioni e l'intelligenza provocatoria di non abbandonarsi in esso, abile, cioè, nel cercare un senso nell'insensatezza della realtà quotidiana a cui siamo adagiati. E tuttavia, senza mai darsi il tono dell'artista, senza la premura di essere amato per il bel mondo che ricostruiva.
Probabilmente anche per questo, Giorgio Bocca viene oggi attaccato per presunte omofobie, razzismi o contegni anti-meridionali; perché si prende una parola o un articolo e se ne fa un assoluto. Estrapolando singoli pensiero scoordinati, disuniti, come se fossero tutto, come se bastassero (perché, in effetti, bastano per la stra-grande maggioranza degli altri giornalisti...).
Non ho modo di ricordarlo o di difenderlo più di quello che ho scritto qui, perché l'ho letto e basta. Soprattutto, perché credo che sappia ancora difendersi da solo, con le proprie parole, con un pensiero che non si riduce agli "ismi" e che si dimostra tuttora capace di criticare quel medesimo giornalismo che lo accusa dei peggiori vizi, incapace di leggere il reale, come lo è di leggere Bocca.

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