Se c’è la goccia…

Da Psytornello @psytornello

Oggi desidero condividere con voi un articolo pubblicato sul numero 243 del mensile Focus di gennaio 2013. Credo sia molto interessante perché evidenzia ancora una volta come i farmaci (anche quelli all’apparenza “innocui”) vadano assunti con particolare cautela. L’articolo si sofferma in particolare su un farmaco, utilizzato nei casi di insonnia e particolarmente accessibile all’utenza, che può indurre una grave forma di dipendenza. Riporto i brani più significativi del testo perché so che molti soggetti, soprattutto gli ansiosi, vi ricorrono per riuscire a prendere sonno. Spero possa favorire un’assunzione consapevole.

“Te lo prescrivono con leggerezza com’è capitato a me, e non puoi più farne a meno” scrive in un social network Lloollee: “la dipendenza è la tortura delle 3 sole confezioni al mese che puoi prendere in farmacia” [...] Help racconta: “Ho 34 anni e da più di 10 sono dipendente del maledetto Minias (1 flacone al giorno) non so più che fare, voglio smettere perché mi sento un tossicodipendente” [...] 

Massimo due settimane. Minias gocce (principio attivo lormetazepan) è un ipnotico-sedativo della categoria delle benzodiazepine, farmaci che hanno sostituito i barbiturici perché con meno effetti collaterali, ma da usare per periodi brevissimi per due motivi: perché causano tolleranza, e quindi per mantenere l’efficacia impongono l’aumento della dose, e perché inducono dipendenza fisica e psichica e quindi alla sospensione scatenano sindromi di astinenza. Nel bugiardino le indicazioni terapeutiche avvertono “trattamento a breve termine dell’insonnia. Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando l’insonnia è grave, debilitante e sottopone il soggetto a grave disagio”. Nella posologia si legge che il trattamento deve essere il più breve possibile, da pochi giorni a due settimane fino “a un massimo di quattro, compreso il periodo di sospensione graduale”. E in caso di trattamento superiore a due settimane, la somministrazione di Minias non deve essere interrotta bruscamente perché “i disturbi del sonno potrebbero ripresentarsi con intensità più elevata”. La singola dose, per adulto è di 10-20 gocce, nei pazienti anziani di 5-10 gocce e avverte di “non superare la dose massima”. “Perché causa dipendenza” spiega Fabio Lugoboni, del Servizio di medicina delle dipendenze del Policlinico di Verona.

Flacone. Insomma, farmaci da prescrivere veramente con il contagocce. Quindi il flacone da 20 ml (1 ml = 25 gocce), che contiene 500 gocce, è più che sufficiente non solo per la terapia di due settimane ma anche per la dose a scalare delle altre due settimane della terapia. E allora come fanno i pazienti ad assumere 1, 6, 8 flaconi al giorno?  ”O addirittura 15″ precisa Lugoboni “anche se i ricoverati per la disintossicazione consumano una media di un flacone al dì”. 

Effetti collaterali. La dipendenza da Minias è un effetto collaterale, un danno da farmaco (iatrogeno) diffuso. Ma ignorato: il Minias (come tutte le benzodiazepine) non è rimborsato dal SSN. La ricetta, su carta intestata del medico vale 30 giorni, per massimo 3 confezioni da vendere separatamente, alla faccia delle indicazioni del bugiardino. Il farmacista a ogni dispensazione può timbrarla (ma non è obbligato a farlo), annotando la data di vendita, e alla scadenza del mese non ha titolo per ritirarla. Quindi, nonostante l’evidente abuso, è impossibile risalire ai medici e ai farmacisti responsabili dell’eccesso  di prescrizione o di dispensazione. In questo caso infatti la responsabilità non è delle vendite online: Minias gocce è in vendita solo in Italia e Spagna. “Regioni e Asl dovrebbero adottare meccanismi di controllo più stringenti su prescrittori e farmacisti” dicono all’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Non esistono dati recenti sull’abuso di Minias. Né su quello da benzodiazepine. Un solo, vecchio studio, effettuato 20 anni fa dai farmacoepidemiologi dell’Università di Bologna su 62 medici calcolava che utilizzavano benzodiazepine l’8,6% degli italiani e il 18,8% degli anziani; che più della metà degli utilizzatori (56%) erano consumatori cronici e di questi, il 15-44% erano dipendenti in modo patologico. Da allora i consumi sono ulteriormente aumentati: il rapporto Osmed dell’Aifa dimostra che il consumo di benzodiazepine è passato dalle 50,2 dosi giornaliere per mille abitanti del 2003, alle 53 del 2011. E a farla da padrone è il lormetazepam, passato da 3,6 dosi/giorno per mille abitanti del 1990 a 13,8 del 2011. 

Dipendenza. Ogni settimana Lugoboni ricovera nel suo reparto due pazienti dipendenti da Minias gocce per disintossicarli. Sulla rivista scientifica ‘Risk management and healthcare policy’ ha analizzato l’attività degli ultimi 7 ani del suo reparto: 4 letti per circa 150 pazienti l’anno. Su 879 pazienti trattati per ogni tipo di dipendenza (droghe, alcol ecc.), 281 (32%) erano dipendenti da benzodiazepine. In vendita ci sono 26 principi attivi diversi, e 20 diversi tipi di generici a base di lormetazepam, ma la metà dei casi di dipendenza sono da Minias gocce. Focus ha contattato l’azienda produttrice del Minias, Bayer, che ha commentato: “Siamo sensibili al problema e adotteremo tutte le misure che si renderanno necessarie o che l’Aifa vorrà adottare”.


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