Magazine Psicologia

Se ci si vende per cinque euro.

Da Simonetta Frongia
Se ci si vende per cinque euro.Sono recenti e sempre più numerose le notizie di giovanissime donne che si vendono nei licei in cambio del costo di una ricarica telefonica di 5 o 10 euro. Lo fanno con l'incoscienza di chi è troppo giovane e con il cinismo dell'adulto che non crede più a niente. Ogni volta poi a chiedersi di chi sia o meno la responsabilità. Della famiglia? Della scuola? Della pubblicità? Della società in generale? E ogni volta si proietta tutto all'esterno, senza mai prendersi la briga di chiedersi il perché e il per come.Perché una bambina non si fa scrupoli a concedersi sessualmente in cambio di pochi euro, perché la ricarica telefonica o la griffe del momento valgono più di sé stesse?


In un mondo dove tutto gira vorticosamente, si fatica a trovare un àncora a cui aggrapparsi. In un mondo dove gli adulti giocano a fare i ragazzini è difficile avere dei mentori. Si dice che i giovani imparano ciò che vedono, ed è proprio questo il punto, in ogni dove il sesso è la misura del proprio potere. Il sesso è usato per vendere prodotti di ogni tipo: dallo yogurt all'auto di lusso,programmi televisivi, spot, cartelloni pubblicitari mostrano, soprattuto, donne che usano il proprio corpo come merce di scambio. Paradossalmente in un mondo dove tutto gira intorno al sesso, di sesso si parla poco, o almeno non nei modi dovuti, nel nostro paese non esiste un programma scolastico di educazione sentimentale e tanto meno sessuale, ecco che i giovani attingono da altre fonti le loro informazioni, ma soprattuto quando di qualcosa non si parla si immagina quella cosa in un altro modo, ecco che così diventa facile pensare al proprio corpo come qualcosa che si può scambiare con qualcos'altro. Ma qui ci si accorge che queste giovani donne assieme al proprio corpo hanno venduto anche la loro capacità di sognare, la loro innocenza, hanno perduto per sempre il mondo dell'infanzia, pur essendone ancora dentro. Hanno introiettato quell'immagine che noi adulti abbiamo dato, l'immagine di un mondo dove il denaro e gli oggetti materiali valgono più di tutto, anche dei sentimenti. L'adulto ha perso il suo ruolo di bussola, ha smesso di dare regole, ha smesso di fare l'adulto per giocare ancora con l'infanzia senza accorgersi che quella che ci si sta giocando è proprio l'infanzia dei propri figli.

Simonetta Frongia.Pubblicato sul periodico on line MoCa Press,pag.3 del Giugno 2010

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