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quando ero molto giovane, ero convinta che la cosa più importante in una coppia fosse l'amore; in suo nome si poteva ottenere tutto e sacrificare tutto. la convivenza con un'altra persona però dimostra inequivocabilmente che perchè le cose funzionino occorre tener conto di molte altre varianti. sarebbe assurdo pretendere che il proprio partner la pensi esattamente come noi su ogni singolo dettaglio, quello che credo sia basilare è avere la stessa forma mentis. il problema è che spesso ti accorgi di come la pensa veramente l'altro su di una certa cosa solamente quando si presenta una situazione particolare; prima, nella quotidiana consuetudine di gesti e accadimenti, tutto sembra scorrere lietamente, senza intoppi. a quel punto c'è chi s'impunta e vuole sviscerare il tutto fino all'esaurimento, e chi invece glissa perchè ritiene sia più importante il quieto vivere (e qui si potrebbe obiettare che entrano in gioco fattori come la pigrizia: non lo nego). arriva il giorno in cui, a furia di glissare, ti rendi improvvisamente conto che quella forma mentis che credevi condivisa è invece dannatamente diversa dalla tua. che cosa è successo? possibile che la distrazione ti abbia tirato un tale scherzo? o forse è tutto da attribuire al naturale cambiamento che avviene in ogni persona? sia some sia, glissare diventa impresa sovrumana. ti chiedi a quel punto chi è quella persona che ti sta accanto e cosa diavolo avevi in testa quando hai pensato di potertela tenere accanto finchè morte non vi separi; metti sul piatto della bilancia tutti gli elementi di quella convivenza, che procede comunque placida e serena, almeno fino a che non saltano fuori gli argomenti che infiammano la miccia della tua indignazione. e penso al vaso di Daffo, incapace di decidere se vale davvero la pena di spezzarlo o se è meglio continuare a tenerlo lì, in salotto, a riempirsi di polvere.