copertina del volume Se dici guerra…
Abbiamo cercato, in questo lavoro collettivo, di definire la parola guerra per restituirle tutti i suoi significati materiali. La guerra non è solamente quella guerreggiata, quella che annichilisce le vite di una umanità già sofferente per lo sfruttamento (sempre più senza limiti) di lavoro, risorse e ambiente. La guerra è, prima e dopo, il periodo di “pace” in cui viene scientificamente preparata, apparecchiata, organizzata ed infine inoculata e scatenata. In questo senso la guerra è davvero permanente e strutturale: la guerra e la pace coincidono. Di fronte a questa tremenda evidenza, l’approccio etico è sostanzialmente inutile perché la guerra è da molto tempo soltanto il risvolto più brutale di un modo di produrre e consumare che si regge su un’unica legge fondamentale: massimizzazione e militarizzazione del profitto. Dopo l’89 l’Italia è diventata un paese belligerante senza se e senza ma. Il persistente cieco atlantismo, la cessione di sovranità a favore delle esigenze militari e strategiche statunitensi, la creazione di un esercito professionale da offrire come corpo di spedizione per le peggiori avventure, la volontà di convertire Finmeccanica alla sola produzione militare, le porte scorrevoli attraverso le quali sempre più alti ufficiali passano dai comandi ai consigli di amministrazione, sono i cinque punti di forza su cui questa pericolosa e criminale belligeranza si fonda. Il “che fare” di un pacifismo conseguente ed incisivo non può prescindere da una lettura chiara ed organica di questi aspetti né esimersi dall’individuare i punti deboli di questa catena per tentare di farli saltare. Il tema della riduzione delle spese militari, se si risolve in se stesso, può persino trasformarsi in uno strumento utile a rendere più sostenibile la guerra stessa nel quadro di un grande corpo di spedizione europeo al servizio degli interessi statunitensi e del big businnes neocoloniale. Con questo libro vogliamo offrire al lettore la possibilità di confrontarsi con la complessità delle questioni che ci portano ad essere legati mani e piedi alle dinamiche della guerra permanente globale ben sapendo che questa situazione ci trasforma tutti, in quanto cittadini di un paese belligerante e “di parte”, in obiettivi strategici nostro malgrado.
G. Alioti, G. Casarrubea, R. De Simone, T. Di Francesco, M. Di Nucci, A. Mazzeo, A. Pascolini. A cura di Gregorio Piccin.