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Se Erdogan riscrive anche la storia mondiale

Creato il 17 novembre 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Recep_Tayyip_Erdogandi Michele Marsonet. Siamo ormai abituati alle crescenti manie di grandezza del premier turco Recep Tayyip Erdogan, che vuol fare del suo Paese il centro del mondo non accontentandosi del ruolo di potenza regionale che già svolge. Molte le polemiche per il palazzo presidenziale di 1000 stanze che si è fatto costruire. Ai contribuenti è costato la bellezza di 600 milioni di euro mentre, sul piano ambientale, per la sua edificazione sono stati distrutti 7000 metri quadrati di un’area protetta di Ankara intitolata al padre della patria Ataturk.

Eletto anni fa come espressione dell’Islam moderato e conciliante, Erdogan ha poi radicalizzato sempre più le sue posizioni, e ora non si comprende bene quale sia la posizione della Turchia nello scenario internazionale.

Un tempo era un membro fondamentale della NATO, con l’esercito che garantiva la fedeltà all’alleanza e la laicità dello Stato voluta da Ataturk. Adesso i generali – tanto vituperati dai media occidentali – sono stati in pratica eliminati dalla scena, mentre esercito e polizia seguono senza batter ciglio le direttive del Presidente. Di qui la politica ambigua nei confronti dell’ISIS e del fondamentalismo islamico in genere, e il rifiuto della richiesta USA di utilizzare le basi aeree turche per facilitare i raid aerei in territorio siriano.

Nessuno però si aspettava che l’autoritarismo di Erdogan si spingesse fino al punto di voler ridisegnare la storia del mondo intero. Invece sta andando proprio così. In occasione del primo Forum dei musulmani dell’America Latina tenutosi a Istanbul, il leader di Ankara ha proclamato con invidiabile sicurezza che l’America non è stata scoperta da Cristoforo Colombo, bensì dagli stessi musulmani.

Strabiliante, a dir poco. Che il navigatore genovese non sia stato il primo a raggiungere dall’Europa le coste del continente americano in fondo già si sapeva. Lasciando perdere teorie più fantasiose, è ormai certo che i Vichinghi islandesi vi approdarono nel X secolo, dunque ben prima dell’impresa colombiana, lasciando tracce evidenti di cui gli archeologi continuano a occuparsi.  Il dibattito verte piuttosto sul significato del termine “scoperta”. I viaggi vichinghi sono narrati nelle loro Saghe, ma non produssero risultati concreti, nel senso di aprire in modo permanente le comunicazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Ciò che fece invece Colombo, e in tal senso molti ritengono che la “scoperta” sia per l’appunto sua.

Tutto questo, però, a Erdogan non interessa affatto. Basandosi su alcuni scritti di un ricercatore della “Al-Sunnah Foudation of America”, il premier turco sostiene che l’ammiraglio genovese trovò in quella che attualmente è l’isola di Cuba una moschea. Scordando di essere un politico e non uno storico delle esplorazioni geografiche, ha inoltre aggiunto che navigatori musulmani sbarcarono in America nel 1178, fondando delle colonie di fedeli dell’Islam.

Ovviamente le prove non ci sono e, in ogni caso, si può sempre notare che i Vichinghi arrivarono prima. E’ chiaro che l’intento del leader turco è soltanto politico e propagandistico. Gli preme ribadire la superiorità islamica in ogni possibile campo, e in tal senso pure la storia piegata ai propri fini può essere un utile strumento.

Resta da capire se il suddetto Forum causerà problemi di conflitti religiosi anche nella cattolicissima America Latina, e soprattutto fino a che punto Erdogan si spingerà per promuovere la sua immagine di leader islamico globale.

Featured image, Recep Tayyip Erdoğan

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