ricordate l’incipit di “Rebecca la prima moglie“?
“L’altra notte ho sognato di tornare a Manderley…“
un inizio avvincente come tutto il romanzo. con la protagonista che si immerge letteralmente nei ricordi, specialmente quando afferra una comune maniglia di una qualsiasi porta in luoghi anonimi, di passaggio. nulla a che vedere con la grandiosità di Manderley. bene, oggi posso dire che succede spesso anche a me. di ricordare con nostalgia la casa dove ho vissuto, che di certo non era una maestosa dimora immersa nella campagna inglese, ma piuttosto un semplice bilocale alla periferia della città.
ogni tanto mi rivedo in quelle stanze invase dalla luce del sole, nella cucina con il tavolino da bistrot parigino, i poster alle pareti delle pubblicità di un tempo, il divanetto blu come il mare e le tende candide in soggiorno; e ricordo anche come nei migliori dei melodrammi…la nostra vicina di casa un po’ instabile di mente, capace di emettere di primo mattino urla poderose, da soprano del San Carlo. a quella casa io ci sono ancora affezionata, ne ricordo ogni particolare, perfino quello scalino disgraziato collocato nel bagnetto. ricordo la cura con cui l’arredammo e lo zerbino con le coccinelle portafortuna che fu poi ridotto a brandelli dal gatto dell’inquilina del piano di sopra – perché era solito fare la manicure sul nostro tappetino d’ingresso!
e sogno ancora quella casetta, nonostante siano anni che non ci abitiamo più. l’altra notte infatti l’ho di nuovo sognata. mi sembrava di respirarne perfino l’odore di vernice fresca! insieme a quell’odore tutto particolare che hanno i mobili nuovi.
ma sono l’unica a fare di questi sogni casalinghi?
immagine tratta da qui