25 marzo 2012
5a DOMENICA DI QUARESIMA Anno B
Intervento di don Lino di giovedì 22 marzo 2012- Riprendiamo in sintesi i vari aspetti della vita di Gesù, della sua missione e il posto che ha nel progetto del Padre. Seguo il testo:
- In primo luogo consideriamo il fatto del gruppo di Greci che chiedono di vedere Gesù. È un primo punto e ci dice l’orizzonte ultimo del progetto di Dio che rompe le barriere, allarga l’orizzonte a tutti.
- Come reagisce Gesù a quest’altra realtà? Come la legge?
- Il destino di Gesù è anche il nostro: Lui è il grano di frumento caduto in terra e destinato a morire, così anche noi.
- La voce che risuona e dice: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
“ Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. In sostanza questa frase significa: resto agganciato al volere del Padre che è quello di salvare il mondo attraverso il dono del Figlio e nostro. Il Padre approva, e la voce vuol dire che la scelta di Gesù è sostenuta dal Padre. Gesù conclude nella fiducia e nel frutto: “ E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me ”, cioè Gesù, alla fine, salverà tutti con il suo essere appeso alla croce: il suo sacrificio salverà tutti. È interessante e vitale cogliere come Gesù stia dentro la sua realtà, come sia ancorato al Padre e questo lo aiuti nell’adesione al dono totale di sé. Siamo richiamati a chiederci come noi viviamo le nostre vicende personali, familiari, ecclesiali, sociali. Dove il dramma? Ovunque, dove c’è il dolore, la ricerca, la vita. Leggiamo la vita partendo da Gesù e affrontiamo la realtà a partire dalla fiducia e dall’abbandono al Padre. Ancora una volta mi viene da dire l’urgenza di stare dentro la realtà e di farsene carico nonostante le difficoltà. La salvezza passa attraverso questa decisione.
Queste parole si legano al brano di questa sera dove appare qualcosa di rovesciato rispetto alla visione corrente. È un modo di dare evidenza. Quello che mi sembra utile è sottolineare che la fede mi fa vedere ciò che io non vedo. Non è un fuggire dalla realtà, perché la fede mi spinge a stare dentro la realtà e con essa colgo che proprio nella realtà c’è Dio. Il mio aderire alla realtà me lo fa incontrare. Lo Spirito crea la sintonia tra la realtà che viviamo e la presenza di Dio. Allora noi cogliamo la sua presenza perché Lui ce lo permette, ci illumina con la sua grazia. La passione per il Regno ci permette di entrare in sintonia con la realtà del Regno. La fede apre, non ci permette di restare attaccati alla nostra persona. La presenza di una persona vera raddrizza, aiuta. Cerca di essere obbediente alla Parola, poi il resto si vedrà. L’ora fa emergere anche il fondo del cuore e della storia, rivela la stoffa delle persone. Il mondo è giudicato: come si radicalizza la vicenda di Gesù così si radicalizza il giudizio sul mondo. Il termine mondo ha due significati: uno è quello normale di universo; l’altro, ed è il nostro caso, indica la concezione della vita. Giovanni nella parola “mondo” racchiude la concentrazione di sé, cioè il mondo inteso come egoismo, come potere, dominio; e mette in luce come la radicalità di Gesù, nell’amore, evidenzia l’opposto. Se la luce è tenue, c’è grigiore; se la luce è forte, emerge l’opposto. La conclusione è: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Questo ‘tutti’ è importante, perché riprende quello che già si diceva quando si parlava dell’Innalzato. Dio vuole salvare tutti e qui lo riafferma attraverso le parole di Gesù.