… stamattina direbbe:
Sono proprio stufo di questa tizia che continua a girarmi intorno, a parlare dicendo cose che non capisco e a grattarmi la pancia. Prima mi gratta la testa e le orecchie, poi mi gira sulla pancia e inizia ad arricciarmi il pelo e a chiamarmi “Pecorotto”, poi si corica in modo che il suo brutto muso sia alla stessa altezza del mio bel muso, e continua a parlare parlare parlare. Io voglio dormire in pace su questa montagna di cotone nero e accanto a questa pila rigida di strani parallelepipedi colorati. E lo so che tra poco questa tizia dovrà prendermi in braccio e ficcarmi in bocca qualcosa, ma se lo facesse tacendo…! E invece anche in quel caso parla parla parla parla, non la sopporto più.
Micio mi dispiace, lo so che ti rompo l’anima, ma stamattina non sto tanto bene e in casa ci sei solo tu. Con Anacleto non posso parlare di certe cose, non mi resti che tu.
Ps. la montagna di cotone nero sono i miei vestiti su cui ti do il permesso di dormire sopra infischiandomene dei peli che perdi, la pila rigida di strani parallelepipedi colorati sono i miei libri che gentilmente ti offro perchè so che ti piace grattarti con gli spigoli anche se tre volte al giorno li fai cadere tutti. Dovresti almeno essermi riconoscente!