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Se il paese è senza leader

Creato il 11 agosto 2010 da Marcotoresini
Se il paese è senza leaderFamiglia cristiana ha scelto l'estate per andare all'attacco e dopo un editoriale dal titolo"La morale fai da te" ecco un'altra analisi impietosa di questo nostro paese senza guide autorevoli. "Un paese senza leader" è il titolo di un editoriale pungente che spazia dalla politica all'imprenditoria. "Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi - scrive il giornale dei Paolini - . E condivisibili. Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali. Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz’anima e solidarietà. Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per “sistemare” sé stessi e le proprie “pendenze”. Siamo lontani dall’idea di Paolo VI, che concepiva la politica «come una forma di carità verso la comunità», capace di aiutare tutti a crescere".
Bocciatura senza se e senza ma: "L’opinione pubblica - prosegue l'editorale -, sebbene narcotizzata dalle Tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese. La richiesta della Chiesa di “uomini nuovi” trova ampi consensi tra la gente. Anche se non sono mancate critiche, da chi si sente nel mirino della denuncia. C’è chi ha parlato di mancanza di gratitudine, per il sostegno che una parte politica dà ai “valori irrinunciabili” e alle opere della religione. Soprattutto in un Paese difficile da governare. E refrattario a qualsiasi riforma di grande respiro".
E il Paese, quello politico, come risponde? Invece di riflettere su valutazioni forse poco condivisibili, ma reali attacca con Rotondi, l'ex democristiano miracolato dal presidente del consiglio, che parla di "militanza contro Berlusconi" e il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro (non certo una stella di prima grandezza del firmamento governatico, ma già responsabile nazionale per i rapporti con il mondo cattolico per Forza Italia) che parla del periodico come di un "portavoce del disfattismo nazionale, critica sempre e non propone nulla".
Basta leggere lo spessore di questi commenti per capire quanto le valutazioni del settimanale siano azzeccate.
Su proposte e analisi, poi, Famiglia Cristiana guarda in casa propria e fa pure autocritica: "Da tempo - si conclude infatti l'editoriale -, Papa e vescovi hanno lanciato l’appello: «Giovani politici cattolici cercansi». Per invitare i credenti più impegnati a misurarsi con il destino della nazione. In ruoli di grande responsabilità pubblica, così come sono ben presenti nel volontariato e nell’associativismo. Sono molte le figure autorevoli nella comunità ecclesiale. Tanto più queste cresceranno, tanto più se ne gioverà l’intero Paese. Ma la Chiesa è anche chiamata a valutare quanto, di fatto, i propri quadri più alti rappresentino dei punti di riferimento etico e spirituale per tutta la nazione".

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