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Manuale pratico per diventare dittatore

Creato il 20 luglio 2014 da Nino Caliendo
Manuale pratico per diventare dittatore

Categoria dittatori italiani

Manuale pratico per diventare dittatore

Categoria dittatori italiani al servizio del capitalismo internazionale

Manuale pratico per diventare dittatore

Categoria lecchini italiani

Manuale pratico per diventare dittatore

Categoria dittatori italiani al servizio dei propri cazzi

Ti solletica l’idea di una massa di persone in divisa che scandisce il tuo nome? Ti piacerebbe ammirare una parata militare dall’alto del balcone del tuo palazzo? Ti intriga il solo pensiero che ciascuno possa vedere il tuo brutto muso stampato su mediocri oleografie affisse per tutto il tuo Paese? Ti piacerebbe disegnare uniformi e inventare titoli onorifici, o cambiare il nome alle città e ai mesi? Pensi che le cose andrebbero meglio se tu fossi al potere? Vorresti tenere nelle tue mani il destino di un’intera nazione?

Se la tua risposta è sì, allora questo manuale è quello che fa per te.

Cose che potrai fare diventando dittatore

Con questo manuale tutti possono diventare dittatori.

  • Non pagare le tasse
  • Arrivare tardi al lavoro
  • Avere sempre un’automobile disponibile
  • Darti da solo delle medaglie
  • Introdurre nuove lettere dell’alfabeto come Þ o ?
  • Circondarti di donnine allegre
  • Uccidere, rapire, violentare indisturbato
  • Dire assurditá mentre tutti ti danno ragione
  • Fare il pagliaccio di fronte a dignitari stranieri

Figo, no? E allora che aspetti? Diventa anche tu undittatore!

I preparativi per il potere

Storicamente, i mezzi usati dagli aspiranti dittatori per arrivare al potere sono stati almeno due dei sottocitati:

  • L’esercito
  • Una potenza straniera
  • Ricchi magnati
  • Un partito
  • La Chiesa di Roma
  • La mafia
  • Una banda di guerriglieri
  • Crisi economica
  • Vuoto di potere
  • Un Pene molto lungo (opzionale)

L’esercito 

Disporre di un cospicuo numero di uomini bene armati e bene addestrati è sicuramente la via piú sicura verso il potere. È un metodo popolarissimo un po’ in tutti i continenti. Arruolatevi nelle Forze Armate del vostro Paese, poi scalate i gradi leccando culi e arruffianatevi le truppe, pur mantenendo una certa distanza dalla soldatesca e dalle teste calde che potrebbero tentare un colpo di stato prima di voi.

L’esercito purtroppo presenta due problemi: il primo è che le truppe potrebbero non seguirvi se non le corrompete, quindi dovete trovare qualche magnate locale o una potenza straniera disposta ad appoggiare finanziariamente il vostro piano. Il secondo è che, come l’esercito v’ha innalzati, così può sbassarvi, quindi il mero appoggio militare non è sufficiente per garantirvi un lungo e indisturbato regno: nell’America Latina e nel sogno erotico di Mussolini si sono viste decine di dittatori avvicendarsi al potere ad ogni voltafaccia dell’esercito.

L’aiuto esterno 

Sicuramente è molto meno lungo e faticoso diventare dittatori grazie a interventi altrui piuttosto che scalando i vertici militari, ma che si tratti di uno Stato estero o di un gruppo di potenti, non avrete mai il vero potere: quello concessovi da altri sarà sempre subordinato agli interessi dei succitati. Diciamo che quest’alternativa, comunissima nel Terzo Mondo (e da tempo in uso anche in Europa), è l’ideale se vi accontentate delle apparenze e non vi dà il problema di obbedire a una manica di stronzi (come ad esempio Renzi e l’intero Parlamento italiano).

Il partito 

Se avete conoscenze nel campo potete sempre farvi raccomandare.

Molti dittatori hanno preso il potere grazie a un partito, mentre altri ne hanno fondato uno arrivati al potere. In ogni caso, avere a vostra disposizione un partito non può che giovarvi: infatti esso, meno utile ancorché dell’esercito, è molto piú fedele. Spesso ricorrere all’appoggio di un partito politico è l’unica via, in quanto, per esempio, l’esercito non vi potrà mai esser fedele perché di leva: in questo caso le forze armate saranno composte da cittadini e quest’ultimi potranno essere piegati all’obbedienza dal partito. Ovviamente, per fondare un partito son necessari ingenti capitali: se non li avete, potete sempre iscrivervi a un partito già esistente e ascenderne le gerarchie, ma questa ha lo svantaggio di esser una via molto più lunga. La dittatura partitocratica è stato un must del XX secolo.

Chiesa e mafia 

Un famoso dittatore sfrutta al meglio questa idea…

Entrambi questi soggetti presentano due svantaggi: il primo è che non v’appoggeranno mai in prima persona, il secondo è che faranno solo e soltanto il proprio interesse. È impossibile, dunque, diventare dittatori col solo loro aiuto, tuttavia potrebbe esser necessario venire a patti con loro per prendere o conservare il potere.

Se volete seguire le orme del Duce, dovrete fare in questo modo.

Una banda di guerriglieri 

E’ sicuramente un mezzo eccellente per diventare dittatori, poiché la banda armata presenta sia la fedeltà del partito che la forza d’urto dell’esercito. Inoltre, non è neanche eccessivamente costoso, visto che i guerriglieri si auto-finanzieranno con rapine ed estorsioni.

Tuttavia, l’uso dei partigiani presenta due gravissimi scogli: il primo è che proprio le rapine e le estorsioni, che rimpolpano il bilancio dell’organizzazione, la rendono invisa alla popolazione e spingono ancor piú verso il secondo scoglio, cioè l’esercito, che tradizionalmente non gradisce altri concorrenti nella gestione della forza militare e li sopprime facendo leva sulla propria miglior preparazione. Perciò, riuscirete a diventar dittatori solamente se l’esercito del paese che volete conquistare sarà allo sbando oppure in fortissima inferiorità numerica rispetto alle vostre bande. Gli squadristi sono stati utilissimi nell’ascesa del fascismo e del nazismo, mentre i guerriglieri hanno avuto grandi successi nell’America latina e in Africa.

Concludendo, la maniera più semplice di diventar dittatori consiste nel farsi mettere al potere da qualche paese o gruppo di potenti, quindi organizzare una o più bande armate, arruffianarsi la Chiesa, prendere accordi con la mafia, fondare un partito e corrompere quella parte dell’esercito che non ha ricevuto i soldi al momento del colpo di Stato.

Crisi economica 

Crisi economica? Ci penso io (ad esempio, Mario Monti)!

Assicuratevi di avere l’appoggio di importanti banchieri. Non sarà facile, ma dietro promesse di potere (campa cavallo…) troverete sempre chi vorrà aiutarvi. Ciò che bisogna creare è un clima di (apparente) sviluppo economico e assoluto benessere della nazione. Quando gli imprenditori saranno abbastanza fiduciosi da investire tutti i loro capitali in saponette o iPod non funzionanti (la produzione varia a seconda del paese di cui bramate il trono), basterà sfruttare un paio di contatti per far crollare le azioni in borsa innescando una crisi senza precedenti. A questo punto, se siete stati abbastanza furbi da non agire alla luce del giorno, sarà possibile presentarsi come il salvatore della situazione tramite uno dei mezzi sopra citati.

Vuoto di potere 

Talvolta, anche se molto raramente, il governo/regime precedente può crollare da solo (ad esempio, Berlusconi), senza che voi muoviate un muscolo. Questo può avvenire a causa di uno scandalo politico, di una grave sconfitta militare, o ancora a causa della morte improvvisa di un grande leader.

Quando ciò avviene, vi è una grandissima probabilità che il Paese cada nell’incubo di ogni governo: l’anarchia! Questa è senz’altro la circostanza più favorevole in cui salire al potere: basterà prendere il controllo delle bande di cittadini riottosi e il gioco è fatto. Ma attenzione! Non sarete gli unici ad avere questa brillante idea! Se non agirete con la dovuta tempestività e astuzia, infatti, vi troverete a dovervi contendere il potere con altri pretendenti. Ricordate: La strada tra anarchia e guerra civile è davvero breve!

Il colpo di Stato 

Una buona idea è convincere un eroe popolare a farsi ammazzare per la vostra causa.

Siete caldi per il grande giorno? Siete pronti a marciare sulla capitale? Avete stirato l’uniforme da generale? Bene. La sera prima cercate di divertirvi e fatevi una bella dormita, così non desterete troppo sospetto. Il giorno dopo occupate il parlamento, assumete il controllo di tutti i mezzi di comunicazione, chiudete più server che potete e tagliate fuori il Governo dal resto del Paese. A questo punto, che dio ve la mandi buona. Le alternative sono:

  • Conquistare lentamente il Paese, un villaggio dopo l’altro, sotto le bombe dell’aviazione del Governo e dei suoi alleati, fino al giorno nel quale riuscirete a entrare nella Capitale dopo avere passato mesi e mesi nella giungla fra sanguisughe e mine antiuomo. Decisamente un’opzione troppo sporca e pericolosa per uomini del vostro livello, soprattutto se avete una certa età.
  • Venire acclamati dal popolo che volete schiavizzare col consenso delle istituzioni che volete sovvertire, dopo aver tenuto elezioni (più o meno) regolari. Questo abile trucco è riuscito a pochi fortunati, come Napoleone o zio Adolfo Hitler. Ve lo sconsigliamo, se non siete troppo benvoluti: dovete dimostrarvi affabili ma scostanti, popolari ma nobili, generosi ma non spendaccioni, astuti ma non subdoli… ma vaffanculo!

Ed ora, andiamo in onda! 

Se a questo punto tutto è andato bene e avete preso il potere, bisogna ufficializzare la cosa con un bel discorso televisivo a reti unificate nel quale parlerete con tono serio, dicendo che la patria era in pericolo e che siete stati costretti a intervenire (Berlusconi insegna). Mi raccomando, non pronunciate mai le seguenti parole: “colpo di stato” ed “ucciso”, ma sempre rimpiazzatele rispettivamente con “Rivoluzione” (con la R maiuscola) e “messo da parte”. Darà un’aria meno truce a quel che state facendo.

Quando parlate di cose brutte, come “prendere il potere”, usate verbi passivi e/o composti (“non ho avuto alternative di fronte all’intervento”); quando parlate di cose belle usate verbi attivi (“salverò il Paese”).

Infine, annunciate che quanto prima la situazione ritornerà presto alla normalità, ma mi raccomando non specificate mai quando. Imparate da Renzi.

Consolidare il potere 

Avete preso il potere, sì, ma dovete ancora renderlo sicuro. Si rende necessario, a questo punto, eliminare tutti i possibili oppositori e rivali, fare nuovi acquisti di armi, creare un’efficiente polizia segreta e, soprattutto, seguire l’esempio di Saddam Hussein, che come tutti sappiamo ha sempre dormito sonni tranquilli (adesso, poi, tranquillissimi ed eterni): creare più organizzazioni di militari e di spie, che rispondano soltanto a voi e che si controllino le une con le altre.

Anche se siete dittatori non significa che non dovete tenervi in forma: avanti, un-due, un-due…

Fattore determinante per il passaggio dalla fase del colpo di Stato a quella del regime duraturo è senza dubbio l’arresto tempestivo (e contestuale al golpe, o ai giorni immediatamente successivi) di tutti gli oppositori, fintantoché non se l’aspettano e sono ancora facilmente reperibili.

Bisogna colpire rapidamente, prima che abbiano il tempo di darsi alla macchia. Come dice Niccolò Machiavelli, bisogna concentrare le atrocità in un unico momento. Se agirete bene nel mozzare il capo all’opposizione, nei periodi successivi la repressione diventerà molto piú facile e banale.

Assicurate sempre cibo al vostro popolo.

La portata e la violenza della repressione, ricordate bene, dovranno essere proporzionali al vostro controllo sul Paese. Se avete nelle vostre mani i mezzi di comunicazione, il partito è un docile burattino e le Forze Armate sono profondamente politicizzate, allora potrete fare quello che volete, anche sterminare tutti, ma occhio: i sudditi sono pur sempre una risorsa e massacrarli oltremisura non farebbe che indebolire il vostro dominio (si può dire che coi suoi massacri Pol Pot si scavò la fossa da solo). Inoltre, una potenza, confinante o globale, potrebbe facilmente usare tali macelli per intervenire militarmente e rovesciarvi (come più volte hanno fatto gli USA). Quindi: cautela!

Negli anni successivi si renderà necessario procedere invece con sistematiche purghe negli alti comandi dell’esercito o del partito, per esser sicuri che non ci siano subalterni in grado di farvi le scarpe. Processi-farsa, reclusioni in manicomio, eutanasie, omicidi di veri o presunti oppositori e suicidi sono storicamente gli strumenti piú usati per levarsi dai piedi quei personaggi troppo ingombranti per essere premiati o messi in disparte. I nordcoreani e Stalin sono stati maestri in questo.

Una volta che non ci sarà più nessun generale cosí ambizioso o cosí intelligente da potervi scippare il potere, dovrete potenziare al massimo i vostri soldati e i vostri squadristi, facendo ampi investimenti in armamento, addestramento e reclutamento. Badate peró di non reclutare individui che abbiano motivi di risentimento verso di voi o fra le minoranze particolarmente ostili al vostro regime.

Godersi il potere 

Addomesticata l’opposizione e senza piú rivali di mezzo, potete finalmente fare quello per cui avete messo su cotanto casino, cioè godervi il potere. Non stiamo qui a dirvi cosa dovete fare (affidatevi alla vostra libidine), ma ricordate di farlo sempre di nascosto. Se il vostro obiettivo è quello di compiere ogni scandalo alla luce del sole, allora lasciate perdere. Comportarvi in questo modo vi farebbe solo perdere la stima sia dei vostri sudditi che dei vostri uomini e a ogni momento nascerebbero pretendenti al vostro trono usurpato. Si dice, per esempio, che Bokassa mangiasse i suoi nemici, ma non in pubblico: è caduto comunque anche lui.

Una questione importante che dev’esser presa in considerazione è quale veste giuridica dare al vostro potere? È meglio proclamarsi re o imperatore, farsi rieleggere continuamente con elezioni truccate o farsi concedere la presidenza a vita? Questo lo dovrete sceglier voi, a seconda del Paese nel quale vi trovate, ricordando bene che il cambiamento delle apparenze dev’essere il minore possibile. In una nazione a lunga tradizione repubblicana calzerà meglio il titolo di Presidente, altrimenti potreste proclamarvi Re, ma badate che non ci siano in giro degli esponenti della dinastia passata, nel qual caso fate come Franco: proclamatevi “reggenti”.

La questione delle minoranze 

Se ordite un colpo di Stato contro un regime che opprime delle minoranze, una volta che sarete al potere queste potranno essere una riserva di guardie fedeli; al contrario, se ci sono delle minoranze che per motivi personali o politici vi sono avverse, le potete usare come comodi capri espiatori, ma attenzione: al giorno d’oggi è sempre piú opportuno segregarle e discriminarle (usandole come risorse umane sottopagate) piuttosto che sterminarle bellamente, un po’ per evitare ingerenze “umanitarie” da parte degli USA, un po’ per non finirli subito ed esser costretti a cercare altra gente da colpevolizzare.

Il culto della personalità 

Acquistate anche voi un pratico leccaculo per farvi osannare e adulare: specializzata in questo tipo di commercializzazione è Media Shopping.

Ok: non c’è nulla di piú appagante che essere osannati e la vostra propaganda deve rincoglionire i vostri sudditi (imparate dal Berlusca). Però, ricordate: gli adulatori che vi inebetiscono con tutti i lenocini dell’oratoria potrebbero in realtà tramare alle vostre spalle. Quindi, siate sempre attenti a chi vi sta accanto e non temete di sbarazzarvene: si troverà sempre un buon motivo. Altro grosso problema dell’esagerata adulazione è che potrebbe distrarvi da quei problemi che il vostro popolo s’aspetta che risolviate, mettendo così a repentaglio la stabilità del vostro cadreghino.

Non perdete mai il contatto con la base, mai! Mercenari mal pagati, amici insoddisfatti e popolazioni impoverite sono la prima causa della caduta dei dittatori, ancor più che le guerre perse: molti dittatori, infatti, hanno conservato l’affetto dei loro concittadini – e con esso il potere – anche perdendo guerre su guerre (esempi: Nasser e Napoleone Bonaparte).

Le guerre 

Già che ne abbiamo parlato, è il caso di prendere in analisi l’evenienza di muover guerra ai vostri vicini. Non tutti i dittatori l’han fatto e, per quanto possa gradirvi l’idea di governare un territorio più vasto, ricordatevi che potete sempre perdere: in questo caso, anziché avere due Paesi non ne avrete nemmeno uno.

Una guerra è un affare lungo e dispendioso, spesso fatale ai regimi coinvolti. Avete ragione di combattere una guerra solamente in due condizioni:

  • la prima è che siate sicuri di vincerla in tempi non eccessivamente lunghi, senza spendere eccessivi denari e provocando un numero di morti non eccessivo.
  • la seconda è che il vostro regime traballante abbia i giorni contati, nel qual caso stringere tutta la vostra nazione attorno a voi durante un epico sforzo militare potrebbe prolungarne la durata e anche in caso di sconfitta non avreste comunque perso niente.

Al di fuori di queste due opzioni, cioè della guerra per certezza di vincere o per disperazione di durare, iniziare un conflitto sarà sicuramente un inutile spreco di uomini, risorse e popolarità.

Che fare se le cose vanno male

Se vi fate prendere almeno rendetevi presentabili per le telecamere!

Tutti, ma proprio tutti i dittatori hanno pensato a cosa fare nel caso venissero rovesciati. Messi di fronte all’inevitabilità della caduta, i più abili sono riusciti a pilotare una transizione non violenta al regime successivo, come Pinochet o Bush, altri non hanno accettato la situazione e sono morti combattendo come Francisco Solano Lopez o suicidi come Adolf Hitler. Ma la maggior parte dei dittatori che non sono morti al potere sono fuggiti all’Estero coi soldi e qualche amante, quindi dovete pianificare, fin dai primi giorni del vostro regime, il dopo-golpe.

Anzitutto, depositerete ingenti somme di denaro in diversi paradisi fiscali, possibilmente sotto falso nome o meglio ancora su conti anonimi; in secondo luogo, organizzerete dei gruppi segreti di fedelissimi, nascondendo armi ed equipaggiamenti, nel caso una volta esiliati voleste tentare un ritorno al potere; inoltre, non dimenticherete di far sparire tutte le prove e i testimoni che potrebbero esservi d’imbarazzo, qualora in futuro veniste chiamati a rispondere dei vostri crimini in un tribunale (come capitato a Slobodan Miloševi?), impedendovi di godere di una tranquilla pensione pagata dai vostri pregressi furti.

Manterrete sempre a vostra disposizione uno o più aerei pronti a decollare per destinazione da precisarsi in volo, costruirete segretamente più vie di fuga dal vostro palazzo, farete collezione di abiti coi quali travestirvi durante un’eventuale fuga e porterete sempre con voi un significativo quantitativo di denaro, una pistola e dei documenti falsi, che vi torneranno profondamente utili nel caso doveste improvvisare una rapida fuga.

Cosa fare dopo morti 

Ricordate di realizzare il vostro mausoleo con tanto di statue: per risparmiare lo potete acquistare all’IKEA e montarlo con le vostre mani.

Molti dittatori non si sono preoccupati di cosa sarebbe successo al loro Paese una volta morti, ma voi non avrete un atteggiamento così leggero. Sarebbe oltremodo disdicevole.

Il futuro del vostro regime  

Anzitutto eviterete di indicare un successore certo, finché vivrete, perché quegli sarà il primo che cercherà di farvi le scarpe. Meglio avere un certo numero di luogotenenti insignificanti, che temano di esser lasciati soli, gl’uni contro gli altri e contro il loro popolo, nel caso in cui voi doveste morire. Questo ha fatto Francisco Franco ed è morto nel suo letto.

Il futuro del vostro paese

Di questo aspetto i dittatori in genere si curano poco, ma voi dimostrate la vostra competenza tirannesca nel provvedere affinché i conti pubblici non siano in rosso, il Paese abbia infrastrutture e non vi siano guerre in corso. Alla morte di Stalin, l’Unione Sovietica era più forte che mai, grazie alla combinazione di alleanze durature e di moderata repressione, oltreché di culo e di un’immane forza militare dovuta a milioni e milioni di sudditi da mandare a farsi ammazzare.

Il futuro della vostra immagine 

Ci sono infiniti modi per eternare la vostra immagine.

E’ importante per un dittatore avere un suo stile, anche perché questo caratterizzerà il vostro regime, almeno nei primi tempi dopo la vostra dipartita.

Ancorché sia un po’ da vanesi, assolderete artisti e scrittori per decantare le vostre lodi, costruirete statue, innalzerete obelischi a vittorie immaginarie e appiccicherete ovunque cartelloni di voi trionfanti. Scriverete un libro di pensieri o, nel caso non ne aveste il tempo o il talento, farete raccogliere i vostri discorsi. Per esser più a lungo ricordato, cambierete la bandiera del vostro Stato, oppure l’inno, o la divisa della nazionale, o darete nuovi nomi a città, monti, paesi, mesi e piatti tipici.

E ricordate: qualsiasi cosa facciate e comunque vada a finire la vostra avventura, dopo che ve ne sarete andati (all’estero o nell’aldilà), resterà sempre un gruppetto di nostalgici che vi rimpiangerà.

Letture consigliate per diventare dittatore 

Se volete saperne di più sulla dittatura e su come la si instaura, vi consigliamo vivamente di studiare bene le biografie di coloro che prima di voi si sono imbarcati in queste imprese, valutando attentamente quali aspetti della situazione avete in comune con loro e quali invece son completamente diversi.

Come libri in particolare potete dare una lettura a:

  • Mein Kampf, Adolf Hitler
  • Breviario dei politici, Cardinale Mazzarino
  • Della tirannide, Vittorio Alfieri
  • Riccardo III e Macbeth, William Shakespeare
  • Il Principe, Niccolò Machiavelli
  • Il principe mezzosangue, Harry Potter
  • Il principe e il povero, Topolino
  • La Bibbia, Artisti Vari
  • Famiglia Cristiana

Da: Nonciclopedia

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